Corriere di Bologna

Cultura, Lepore riparte dal centro «Bologna è qui»

Gelo con il Pd: «Fatico a stare nel partito»

- Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Più centro, un po’ meno periferie. Il debutto di Matteo lepore da assessore alla Cultura segna un cambio di passo.

Sarà la zona universita­ria il cuore della proposta di Palazzo d’Accursio, a partire dal ruolo del Comunale, la collaboraz­ione del Mambo, una rassegna estiva in piazza Verdi che « dovrà diventare la piazza della musica, come piazza Maggiore lo è del cinema» e da subito una programma di eventi fino a primavera. Ma Lepore parla anche di politica: «Rimpasto legato alle correnti del Pd? Non so, faccio già fatica a stare dentro al partito».

Non sarò un direttore artistico, l’assessore alla Cultura non deve essere protagonis­ta, deve lasciar lavorare la città e le sue realtà culturali Per la zona universita­ri a arriverà a collaborar­e anche il Mambo e pazza Verdi diventerà la piazza della musica, come piazza Maggiore lo è per il cinema Le elezioni? Non credo che da questo voto verrà fuori una situazione nuova per l’Italia, perciò credo che sarà importante il ruolo della città

«Non sarò un direttore artistico, l’assessore alla Cultura non deve essere protagonis­ta, deve lasciare lavorare la città e le sue realtà culturali». Questo è solo l’incipit del manifesto del neoassesso­re alla Cultura, Matteo Lepore, che in realtà le idee su come impostare il lavoro ereditato da Bruna Gambarelli sembra averle coltivate da tempo.

Il ruolo centrale del Teatro Comunale per la zona universita­ria, dove «dovrà arrivare anche la collaboraz­ione del Mambo», una rassegna estiva in piazza Verdi «importante, perché terremo sempre alta l’attenzione sulle periferie ma questa dovrà diventare la piazza della musica, come piazza Maggiore con il cinema» e da subito una programma di eventi presentato ieri che fino alla primavera animerà via Zamboni, i container del Winter Village e il resto della zona: dentro c’è Arte Fiera, il progetto U-Lab, che ha visto 16 vincitori sulle 57 proposte arrivate, e la kermesse «La via Zamboni». Insomma, tanto centro. Tantissima zona universita­ria.

Lepore non si è sottratto a consideraz­ioni politiche, suggerite dal recente rimpasto di giunta che lo ha portato a capo di turismo, sport e appunto la cultura. «Il cambio è stato dettato dai contrasti del congresso e dalle correnti del Pd? Non lo so, io non mi occupo di correnti — ha tagliato corto —. Faccio già fatica a stare nel Pd». Altra domanda: come vede queste elezioni per il Pd? «Vedremo — ha replicato —. Non credo che da questa consultazi­one verrà fuori una situazione nuova per l’Italia, perciò credo che sarà importante il ruolo delle città». E la sua ricetta per la città della cultura è partita da piazza Verdi, dove è stato il principale sponsor dei container del Village organizzat­o da PeacockLab (oggi la festa inaugurale): accanto a lui l’assessore all’Urbanistic­a, Valentina Orioli, l’Università rappresent­ata dal prorettore Mirko Degli Esposti e il Sovrintend­ente del Comunale, Fulvio Macciardi. Il teatro, che ieri sera ha inaugurato la stagione con la Bohème, sarà il fulcro del lavoro più imminente. «Piazza Verdi, largo Respighi e via del Guasto fanno parte del Comunale — ha sottolinea­to Lepore —. Con i 3 milioni ottenuti dal governo partirà una prima ristruttur­azione del teatro, funzionale per aprilo all’esterno». A dare alcuni dettagli è Macciardi: «Partiamo illuminand­o il portico, poi inizieremo a partire dalla Bohème a trasmetter­e la musica anche all’esterno della struttura. Entro l’estate avremo il nuovo bar della terrazza e per l’anno prossimo puntiamo ad avere anche i tavoli sotto il portico di via del Guasto per combattere il degrado». Un’altra idea, aggiunge il Sovrintend­ente, è poi quella di «riempire i laboratori non utilizzati dal lato di via del Guasto con delle attività, quindi portare fisicament­e dentro al teatro parte di quello che ora è nei container, vogliamo che i turisti vivano questa eccellenza bolognese».

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