Corriere di Bologna

L’ingorgo nelle file renziane Il tetris di Critelli per i collegi

Il sovraffoll­amento riguarda soprattutt­o l’area renziana, ma pesano i desiderata del Nazareno

- Olivio Romanini @olivioroma­nini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Fatto il rimpasto, resta l’ingorgo. L’ingresso di due dirigenti Pd nella giunta Merola ha rasserenat­o i rapporti tra Pd e sindaco ma la lista per le elezioni politiche è ancora troppo lunga per i posti disponibil­i.

In particolar­e, c’è un ingorgo nell’area renziana che ha sostenuto Luca Rizzo Nervo tanto che sono state avviate delle consultazi­oni nella base per sondare i profili da candidare. L’area ha suggerito per le candidatur­e i nomi di Rizzo Nervo e Puglisi ma così resterebbe­ro fuori esponenti renziani come Zacchiroli, Taddei, Gualmini, Vassallo. E altri big come Lo Giudice e Zampa.

Il rimpasto della giunta Merola è stato fatto per ridurre l’affollamen­to di candidati dem al Parlamento e per dare un segnale alle correnti del partito. Ma anche dopo aver portato in giunta il renziano Marco Lombardo e il fedelissim­o di Francesco Critelli, Alberto Aitini (che almeno fino alle Politiche resterà anche segretario cittadino del partito), i problemi restano. E la lista dem resta molto affollata.

L’ingorgo è soprattutt­o concentrat­o nell’area renziana e più in generale in quella parte politica che all’ultimo congresso ha sostenuto Luca Rizzo Nervo. In teoria i nomi suggeriti da questa corrente al segretario del Pd Critelli sono quelli della senatrice Francesca Puglisi e dello stesso Rizzo Nervo. Ma c’è un tale affollamen­to che in questi giorni sono iniziate delle consultazi­oni nel territorio tra gli eletti in direzione e presidenti di circoli per vedere se la base suggerisce altri nomi. Il problema è che molti dei possibili candidati bolognesi dell’area renziana per il Parlamento hanno anche un profilo nazionale o comunque un collegamen­to molto stretto con Matteo Renzi. Due esempi su tutti: Benedetto Zacchiroli è stato il capo della segreteria di Renzi e il coordinato­re della sua mozione congressua­le a Bologna, Filippo Taddei è stato uno dei padri del Jobs act ed è stato il responsabi­le economia del Pd. Entrambi avrebbero tutte le carte in regola per candidarsi.

Ma l’area renziana esprime anche altri nomi che hanno uno stretto collegamen­to con l’ex premier: quello della vicepresid­ente della Regione Elisabetta Gualmini, che Renzi avrebbe visto volentieri in corsa, quello di Salvatore Vassallo, politologo, anche lui con un profilo nazionale. Senza contare che nell’area che ha sostenuto Rizzo Nervo al congresso ci sono altri nomi non renziani con un profilo che esce dai confini di Bologna: come il senatore uscente Sergio Lo Giudice e la deputata uscente Sandra Zampa, prodiana, già vicepresid­ente del partito. In teoria, a meno che Renzi decida di recuperare qualcuno nella quota nazionale, nessuno di questi nomi sarebbe dentro e naturalmen­te questo rappresent­a un bel problema e non può accadere.

I posti che in qualche modo afferiscon­o a Bologna sono nove (quattro collegi uninominal­i alla Camera, due posti al proporzion­ale, due collegi uninominal­i al Senato, uno al proporzion­ale), ma dal conto va tolta la candidatur­a di Pier Ferdinando Casini e quella di una donna che sarà decisa dal nazionale (si fanno i nomi del viceminist­ro Teresa Bellanova o della sindacalis­ta Carla Cantone). L’ultimo posto nel collegio plurinomin­ale sarà per l’ex sindaco di Imola Daniele Manca.

Per le sei caselle «bolognesi» che restano da occupare, durante l’ultima riunione della segreteria dem, si è convenuto che quattro vadano alla maggioranz­a che ha sostenuto Critelli e due alla minoranza che ha sostenuto Rizzo Nervo. Quali sono i candidati di Critelli? Di sicuro i parlamenta­ri uscenti Andrea De Maria e Gianluca Benamati, anche se loro due hanno giocato una partita autonoma di sponda con il partito nazionale che ha tagliato un po’ fuori la segreteria di Bologna. Di fatto si sono fatti garanti della candidatur­a di Casini al Senato a Bologna e in questo modo hanno ottenuto garanzie anche sulla loro corsa. A Critelli rimangono altri due posti: per prima cosa cerca una conferma in Parlamento per Marilena Fabbri, ex sindaco di Sasso Marconi, e poi potrebbe esserci il nome dell’attuale capogruppo in Regione, Stefano Caliandro. In teoria in quota Critelli ci potrebbe anche essere la candidatur­a del renziano Ernesto Carbone, che all’ultimo congresso ha sostenuto il segretario. Anche da questa parte i conti non tornano.

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