La Bohème, Mimì che muore da sola
Sul podio Mariotti esalta la partitura pucciniana Tutto virato al presente lo spettacolo firmato da Vick Rivelazione nel cast vocale
La prima del Teatro Comunale con l’inaugurazione della stagione lirica firmata da Graham Vick e Michele Mariotti per una «Bohème» trasportata nel nostro presente ha raccolto gli applausi del pubblico. Cast con qualche rivelazione. Regia di crudo realismo. Lettura poetica di Mariotti.
Più che gli applausi — tanti e tanto prevedibili quanto meritati — la vera notizia è che Mimì muore da sola. Appena il tempo di constatare il decesso e tutti se ne vanno: intanto risuonano gli estremi accordi della Bohéme di Giacomo Puccini, l’opera prescelta per inaugurare ieri sera la stagione lirica del Teatro Comunale. Ultima immagine di uno spettacolo che ha saputo fugare le perplessità per la scelta di un titolo che ricorre fin troppo spesso nei cartelloni lirici italiani, e pure a Bologna.
Con Michele Mariotti sul podio e al debutto nella Bohéme le perplessità svanivano però subito: bastava ascoltare la sua direzione fuori dal solco della facile routine. Si usciva ieri sera da teatro invece con la sensazione di aver visto il rovescio inquietante di una partitura che solo in apparenza esprime giovinezza e vitalità. A Mariotti non sfugge il modo con cui Puccini insegue, da un quadro all’altro dell’opera, un gruppo di ragazzi, valendosi di procedure musicali in anticipo sugli attrezzi del cinematografo. Le emozioni scorrono con il carrello di un piano sequenza o di una dissolvenza, mentre l’insistenza di un primissimo piano o il montaggio ravvicinato creano l’effetto di essere tuffati a stretto contatto dei personaggi. Filtrare la stagione breve dell’amore di Rodolfo e Mimì attraverso la lente deformata della memoria, dove quel che sembra vicino è già irrimediabilmente lontano: ecco il traguardo pienamente raggiunto da Mariotti che accompagna con acuta sensibilità un cast ben assortito. Bella rivelazione l’appassionata Mimì del soprano Mariangela Sicilia e poi ci sono il Rodolfo sciolto negli acuti del tenore Francesco Demuro, la piccante Musetta di Hasmik Toryosan, il Marcello impersonato con autorevolezza dal baritono Nicola Alaimo e altre efficaci presenze in locandina, oltre ai cori affidati a Andrea Faidutti. Con la regia di Graham Vick si è invece irrimediabilmente immersi nella luce bianca di un presente che scene e costumi di Richard Hudson rendono crudo — come nel terzo quadro — o pacchiano — come nella scena debordante di colori e palloncini al Caffè Momus. Le idee del regista inglese rinfrescano un allestimento immaginato dieci anni fa per il teatro di Atene. Si sa che per La bohéme il consueto immaginario di comignoli e zimarre zeffirelliane fu cancellato, forse decenni fa, da Ken Russell, che traslocò azione e personaggi nella Parigi occupata dai nazisti. Qui l’opera è declinata in un più generico e innocuo presente, con la fauna bohémienne ottocentesca — così come l’aveva descritta con tratti pittoreschi Henri Murger — riciclata in una variopinta galleria di ragazzi picchiatelli in perenne bolletta e di ragazze che arrotondano intrattenendo uomini facoltosi. Recitazione sciolta, eppure non sembrano sempre tanto plausibili e coerenti le situazioni che si ingenerano. Ad esempio, che farsene al primo quadro di una candela che si spegne a creare imbarazzi e complicità galeotte in un appartamento dotato di interruttori della luce? Più singolare al terzo quadro scoprire che corre poca differenza tra la finzione di una Barriere d’Enfer ingombra di grandi parallelepipedi grigi e la realtà dei paraggi del teatro bolognese occupati da vari container. Alla fine, nell’appartamento da studenti fuori corso del primo atto, ci si ridà appuntamento solo per assistere alla morte e per prendere la fuga. Un po’ vilmente, ma qui Vick non è per niente arbitrario, con quel cadavere di Mimì abbandonato da tutti nella stanza vuota e la porta chiusa. Perché è Puccini alla fine a non fare mai troppi sconti con le donne. E sarebbe stato sbagliato alleviare il senso del finale, come va di moda oggi.