OSTIA BRONX SPERIMENTALE E KITSCH
Domani all’Europa Cinema la proiezione del docu-film di Raffaele Passerini che racconta la storia di Dario e di Maury, attori rifiutati dal teatro e dal cinema, e del loro trasferimento sulla spiaggia gay nudista di Capocotta, palcoscenico per le loro per
All’ultimo «Biografilm» si era aggiudicato il premio Follower Award. Più di sei mesi dopo il docu-film Il principe
di Ostia Bronx torna a Bologna in una versione aggiornata domani sera alle 21,15 all’Europa Cinema di via Pietralata 55, riproposto da Kinodromo. Il film d’esordio di Raffaele Passerini racconta la storia di Dario e di Maury, due attori rifiutati dal teatro e dal cinema, e del loro trasferimento sulla spiaggia gay nudista di Capocotta, vicino a Ostia, palcoscenico per le loro performance. In 20 anni i due si sono guadagnati l’affetto di un pubblico fedele, assieme ai titoli di Principe e Contessa.
Creando e filmando, estate dopo estate, un vasto repertorio di scene. Realizzato con un budget di circa 20mila euro, il film si presenta con i toni di un lavoro sperimentale, con tinte folk e kitsch. Accompagnato da un repertorio di brani inediti firmati da Rossano Baldini, in collaborazione con il regista stesso, che dialogano con canzoni di Antonello Venditti, Renato Zero e Pierangelo Bertoli. Passerini ha anche esplorato la loro casa di
Ostia Bronx, un piccolo museo in cui sono accumulati migliaia di oggetti. La proiezione sarà preceduta alle 19,30, al Loft Kinodromo di via San Rocco 16, dall’incontro con il regista e i due protagonisti, il Principe Dario Galetti Magnani e la Contessa Maurilio Fonte. «Li notai — ha raccontato il regista — la prima volta oltre 10 anni fa. Vivevo a New York e durante un’estate passata a Roma andai a Capocotta: questi due matti li conoscevano tutti e dicevano “qualcuno dovrebbe farci un film”. Quando sono tornato lì due anni fa ho visto Maury che faceva esercizi di recitazione al tramonto e ho capito che erano dei veri attori».
Il regista, 43 anni, è direttore didattico della Roma Film Academy. Dopo essersi laureato con il massimo dei voti a Bologna, prima all’Accademia di Belle Arti e poi al Dams Cinema. Prima di trasferirsi, grazie a una borsa di studio, alla New York Film Academy, e di gestire la Oikos Films, una propria casa di produzione di documentari. A proposito dei suoi protagonisti, Passerini sottolinea che «trasmettono un enorme senso di libertà, si sono creati il loro personale privilegio. Non hanno bisogno di molto per vivere, ma di sicuro hanno la necessità di recitare. Sono un emblema della dura vita dell’artista rifiutato ed è difficilissimo stabilire il confine tra le performance che inscenano calandosi in un personaggio e la vita reale che vivono come persone. Non volevo raccontare il degrado della periferia, ma la dignità nella difesa della propria arte incompresa».