MEDICINA E CRIMINALITÀ LA STATISTICA NON È TUTTO
Mi sembra che si faccia sempre di meno per capirsi quando ci lamentiamo della scarsa sicurezza in senso lato. Ci spiegano che non consideriamo come i reati siano calati e che la situazione per chi si ammala oggi non è peggiorata ma migliorata. Chi comanda non si rende conto degli assurdi, come quello di doversi presentare dal medico di base per il certificato anche quando hai la febbre a 39 o quello di portare in ambulatorio il bambino che sta male, così si mettono in giro e si attaccano le malattie (non lamentiamoci poi delle epidemie...). Negli ospedali ci sono medici che fanno miracoli, ma quando stai poco bene devi fare sempre delle file al pronto soccorso e attese per le visite degli specialisti. Luisa Mingardi, BOLOGNA
Gentile signora Mingardi,
diciamocelo chiaro: con questa storia della percezione il senso comune della gente finisce per essere svalutato. Oggi abbiamo più paura di ieri? Risposta: solo perché non meditiamo sui dati, i reati sono calati, quindi andate un po’ più in pace. Ma la statistica può essere strumento di abbaglio o di comodo. Se un balordo mi strappa a forza il cellulare, nella casella dei furti o delle rapine sarà registrato «1». Però se mi ha accerchiato una banda di cinque o sei ragazzotti, dunque è in azione una baby gang, è sempre soltanto uno il cellulare portato via, ma nel primo caso pazienza, nel secondo molta paura.
Il discorso vale anche per la sanità. Chi la governa oppone le sue statistiche e, non potendo negare certi problemi, spiega che la colpa dei ritardi e degli inconvenienti è delle resistenze sindacali o degli interessi di categoria. Non basta per placare le lamentele dei cittadini, a volte esagerate, ma frutto di negative esperienze personali. Non sta certo a loro risolvere i problemi che incidono negativamente sulla qualità dell’assistenza. La soluzione non viene dal negarli o minimizzarli, ma da un’alleanza costruttiva e risolutiva fra tutte le componenti del pianeta salute.
Pensavo a tutto ciò l’altro giorno ascoltando le parole dei big del Sant’Orsola e del Maggiore per la rete con l’ospedale di Imola al fine di garantire l’eccellenza chirurgica a tutti, iniziativa della quale ha dato conto con la consueta precisione Marina Amaduzzi. Finendo per riflettere sul punto centrale: è consolatorio avere a disposizione medici e strutture super nel salva-vita su patologie gravissime. Non bisogna tuttavia dimenticare che la gente ha bisogno di massima efficienza anche quando i casi, invece che da prima pagina, sono cronaca di ordinaria sofferenza.