Corriere di Bologna

Tracollo della Fortitudo a Jesi

Il coach è debilitato e fa allenare il vice. I biancoblù si lasciano umiliare ma perde anche Trieste

- di E. Schiavina

Orrenda Fortitudo. Inspiegabi­le crollo a Jesi, misteriosa resa, con Boniciolli che a metà partita si mette un’altra volta in disparte anche se poi chiarisce: nessun giallo, il coach accusa un lieve malore nell’intervallo, quando comunque parte della frittata era già stata fatta, e nella ripresa se ne sta seduto in panchina, distrutto e senza voce. «Il mio fisico mi ha detto che era meglio fermarmi — spiega poi, visibilmen­te piegato dall’influenza — ho chiesto a Comuzzo di sostituirm­i perché non ce la facevo più. Avrei fatto meglio a non venire».

Tocca quindi al vice nella ripresa guidare la squadra fino a una batosta umiliante, tra le peggiori di una stagione che pure ha già conosciuto gli sprofondi di Trieste, del +28 scialato con Ravenna, del crollo di Porto San Giorgio del 17 dicembre, l’ultima sconfitta prima di questa. Dalle Marche quest’anno solo brutte notizie per l’Aquila, schiaffegg­iata dall’orgoglio di Jesi e dal talento di Kenny Hasbrouck, curiosamen­te lo stesso che le fece male l’anno scorso a Piacenza, la volta che il coach decise di farsi da parte per provare a dare uno scossone ai suoi. Mai arrivato, né quella volta né questa, non importa se il coach si sieda per scelta o perché sta male.

Ricasca nei vecchi vizi la Consultinv­est, stavolta a metterla sotto è la piccola Jesi, nemmeno in serata di grazia al tiro (31% da tre) ma compatta, orgogliosa, attenta: tutto quel che la Fortitudo non riesce mai ad essere. Notoriamen­te corta (quattro uomini oltre i 30 minuti) ma mai in affanno l’Aurora, col nano Green appena arrivato che smazza 8 assist ma non fa nulla di speciale (2/10), eppure fa sospirare al pensiero che di fronte hanno puntato sui muscoli di McCamey, già visto male tante volte, ma forse mai così male. Torna Cinciarini ma non è presentabi­le, con Mancinelli sta fuori Amici e la qualità offensiva crolla ai minimi termini (34% dal campo), ma stavolta non si salva nemmeno la difesa, né l’atteggiame­nto generale. Dispiace per Matteo Chillo, che una partita così in biancoblù l’ha sognata per tutta la vita, ma è chiaro che se sono solo lui e Gandini a provarci, la squadra non va da nessuna parte. Già sotto di 13 all’intervallo, di 18 in apertura di ripresa, Jesi prende fiducia e può persino far rifiatare i pochi titolari. La partita diventa uno psicodramm­a, tra passaggi sui piedi, tiri sbagliati da mezzo metro e dormite difensive. Fino a un -28 (79-51) che sa di umiliazion­e. Spezzata la striscia di quattro vittorie, prima sconfitta del 2018, persa una gigantesca occasione. Vero che scivolano pure Trieste e Ravenna e nulla è perduto, ma i segnali su cui riflettere sono sinistrame­nte preoccupan­ti.

 ??  ?? Sconfitta Matteo Boniciolli, debilitato dall’influenza, vede la peggior Fortitudo dell’anno a Jesi
Sconfitta Matteo Boniciolli, debilitato dall’influenza, vede la peggior Fortitudo dell’anno a Jesi

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