Corriere di Bologna

La città ha un re La squadra il nuovo capitano

Accolto da applausi e striscioni, l’esterno risponde con 3 assist Tra una settimana la sfida contro il Napoli a cui ha detto «no»

- di Fernando Pellerano

Il cielo sopra Verdi è sempre più rossoblù. Inizia e finisce come tutti si auguravano, fra gli applausi, il pomeriggio in cui Bologna incorona il suo fantasista più talentuoso e la squadra gli assegna la fascia di capitano. Il Dall’Ara ripaga con calore il cuore e la scelta coraggiosa e contro corrente di Simone Verdi: restare a Bologna, rinunciare a tanti soldi, credere nelle proprie capacità, voler solo giocare a calcio.

Allo sfumato esordio in panchina a Bergamo in maglia azzurra, l’ambidestro di Broni ha risposto con 97’ filati da titolare capitano in maglia rossoblù distribuen­do 3 assist e sfiorando il gol dopo 46”.

Non vincerà uno scudetto cucito dai fedelissim­i di Sarri, ma gioirà di quello sudato qui insieme ai suoi compagni. Ieri col Benevento la festa più facile, al netto delle possibili insidie calcistich­e. Dal Bologna 3D al V Day, rivolto magari a chi l’ha criticato nei giorni scorsi con sorprenden­te acidità.

La risposta a chi ritiene che alle richieste delle grandi bisogna sempre rispondere «signorsì» e a chi, come Pier Paolo Marino (insieme a Napoli nel 2009 per 7 mesi), dice che Verdi restando a Bologna ha scelto l’anonimato ci ha pensato con un bel tackle il tecnico di questo «sconosciut­o» team: «Probabilme­nte nell’anonimato ci sono loro che non lavorano».

Questo alla fine, perché all’inizio Donadoni ha riservato ai tifosi la bella sorpresa di Simone con la fascia bianca sul braccio. «Mirante ha avuto questa idea, la squadra lo ha coadiuvato e Verdi ha accettato di buon grado. Questo è un bel segnale, significa che c’è un bel rapporto profession­ale e stima fra i ragazzi, ma anche unione e amicizia che oltre l’aspetto sportivo». Tutto molto bello anche la fascia forse non sarà per sempre. «Non mettiamo il carro davanti ai buoi, vediamo cosa ne pensa la squadra». Per cantare «un capitano c’è solo un capitano» c’è tempo. Intanto la curva ha srotolato il suo pensiero: «In un mondo di mercenari e minuzzagli­a c’è ancora chi rispetta la maglia». E dopo il boato all’annuncio delle formazione i cori già cantati per Roberto Baggio.

È mancato il gol, ma il suo piede e un bel taglio pro Dzemaili hanno ispirato le tre reti. Pur senza baci inviati in tribuna a fidanzata e amici, per Verdi questa sarà comunque una domenica da ricordare. Cuore e intelligen­za. Non ha smarrito il sorriso, non s’è perso nelle tremende pressioni di questi giorni, non ha dimenticat­o le giocate che continuano a deliziare il Dall’Ara. Vedremo se con la fascia c’è stata anche un’investitur­a tecnica e morale.

«Questa storia bisogna mettersela dietro alle spalle, via, e non parlarne più, anche perché gli insulti vanno e vengono a seconda di come la vediamo, non c’è equilibrio… non è più come 50 anni fa, ora i trasferime­nti li decidono anche i giocatori», dice Donadoni. Non parlarne più? Con la sfida di Napoli fra 7 giorni l’auspicio è un’utopia. Magari dopo quel match ecco.

Il boato della curva, gli applausi del Dall’Ara e infine l’abbraccio sul campo a fine gara di Saputo (dato a tutti i rossoblù) che ancora non sappiamo se vorrà costruire il Bologna della graduale crescita su di lui. Se lo facesse, lo stadio — vecchio, nuovo o rifatto — rispondere­bbe alla grandissim­a. Ancor più di ieri.

 ??  ?? Decisivo Simone Verdi contro il Benevento non è andato in gol. Ma non è mancato il suo apporto: ha partecipat­o a tutti i gol, firmando tre assist
Decisivo Simone Verdi contro il Benevento non è andato in gol. Ma non è mancato il suo apporto: ha partecipat­o a tutti i gol, firmando tre assist

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy