Il centrodestra gioca di sponda e aspetta i nomi degli avversari Agli azzurri un altro collegio
Fosse una partita di calcio, in questo momento quelli del centrodestra si troverebbero tutti nella loro metà campo in attesa che gli altri perdano la palla. Gli altri in questo caso sono il Partito democratico, Liberi e uguali e i tanti big (Pier Ferdinando Casini, Vasco Errani, Pier Luigi Bersani e Piero Fassino) pronti a sfidarsi all’ultimo voto. Una corsa inedita, che sta rendendo il collegio di Bologna il più mediatico d’Italia.
È chiaro che piacerebbe anche alla Lega Nord e a Forza Italia sfruttare questa situazione, ma senza fretta. Hanno il privilegio di non avere nomi da dover piazzare per forza, nessun patto con gli alleati che li costringe al sacrificio, anche perché questi per loro non sono collegi blindati. Aspetteranno quindi fino a domani sera prima di uscire allo scoperto. Ieri è stata una giornata di viaggi per tutti i vertici regionali, sia del Carroccio che di Forza Italia. Il coordinatore emiliano-romagnolo dei berlusconiani, Massimo Palmizio, è andato a Roma ed è tornato con la possibilità di ottenere un collegio in più (di quelli che contano, quindi sotto le Due Torri) rispetto alla ripartizione iniziale che ne assegnava 13 alla Lega Nord, 7 a Forza Italia, ben 4 a Fratelli d’Italia e uno alla quarta gamba centrista di Noi con l’Italia. Ma di nomi, spiega Palmizio, «ancora nulla». Lo stesso si dice in casa Lega Nord, dove c’è da dire che l’umore è molto alto, quasi euforico, per via di alcuni sondaggi (di committenti differenti) che stanno circolando in queste ore sulle scrivanie del Carroccio.
Un sondaggio in particolare è arrivato all’orecchio dei leghisti, pare realizzato dal Pd nazionale, con risultati per loro addirittura migliori qui in Emilia-Romagna rispetto a quelli emersi da un sondaggio interno. Nel primo il partito di Salvini si attesterebbe in regione attorno al 22% e Forza Italia all’8%. In quello commissionato dal Carroccio invece la Lega è al 20% e Forza Italia al 10%. La somma è la stessa, gli equilibri sono però diversi, e comunque con Fratelli d’Italia e la quarta gamba il centrodestra lungo via Emilia sarebbe, stando a queste proiezioni, ben al di sopra della soglia del 30%.
Non vale la pena quindi litigare sui nomi proprio adesso, anche perché non sarà la sfida nei collegi uninominali a far gioire il centrodestra. La voglia però di entrare nella mischia
Cresce anche nel centrodestra la voglia di schierare un nome di peso in città
in cui si sono infilati al Senato Casini ed Errani è tanta. Quel posto lo ha già prenotato Palmizio che vorrebbe sfidare il suo ex alleato centrista. Si vedrà. Perché, com’era immaginabile, ora che tutti i riflettori sono su quel collegio, anche i leghisti ci hanno buttato l’occhio. Difficile che vada a Salvini, come in un primo tempo aveva fatto immaginare lui stesso. Il leader della Lega dovrebbe infatti finire alla Camera. Così come è diretta a Montecitorio la consigliera comunale Lucia Borgonzoni, sfidante del sindaco Virginio Merola alle ultime Amministrative. Gianni Tonelli del Sap (Sindacato autonomo di polizia) è l’altro nome che il Carroccio spenderà nel Bolognese e poi ci sarebbe un terzo candidato, sempre uomo, da pescare dentro al partito. In Forza Italia i profili che aspettano di sapere quale sarà il loro destino sono sempre gli stessi. Di Palmizio si è già detto, poi c’è la parlamentare uscente Anna Maria Bernini e il capogruppo regionale Galeazzo Bignami, che può far valere il suo pacchetto di voti in una sfida all’uninominale in città. Resta solo da capire se Berlusconi non vorrà essere da meno dei suoi avversari e lanciare anche lui un briscolone sotto le Torri.