Corriere di Bologna

Ingorgo ricorsi, gli sbarchi calano I processi no

Alla sezione speciale 350 pratiche in un mese. Decisione in 120 giorni: «Altamente improbabil­e»

- di Andreina Baccaro

Nonostante le novità introdotte dal decreto Minniti, Tribunale e Corte d’Appello rischiano ancora il collasso sotto il peso dei ricorsi contro i rifiuti di concession­e di protezione internazio­nale. Al Tribunale ordinario di Bologna sono arrivati 2.300 fascicoli in otto mesi, in Corte d’Appello quasi 1.100 in un anno. Da agosto è stato cancellato il secondo grado di giudizio e in via Farini è stata istituita una sezione specializz­ata, ma solo tre magistrati si trovano ora a dirimere una marea di contenzios­i. La nuova legge impone di decidere in 4 mesi.

Nonostante il decreto Minniti-Orlando abbia cancellato la possibilit­à di ricorrere in secondo grado, nonostante il drastico calo degli sbarchi, nonostante la riorganizz­azione degli uffici giudiziari e le assegnazio­ni extra distrettua­li dedicate esclusivam­ente al tema immigrazio­ne dal Csm, in Tribunale e Corte d’Appello il rischio collasso sotto la mole dei fascicoli in materia di protezione internazio­nale è sempre all’ordine del giorno.

Al Tribunale ordinario di Bologna dal 1° gennaio al 30 settembre 2017 sono arrivati 2.318 ricorsi contro i rifiuti della Commission­e prefettizi­a di concedere la protezione internazio­nale: più di 250 al mese. A dicembre 2017 i fascicoli pendenti erano 2.524. Il trend si conferma stabile rispetto all’anno precedente, ma per avere solo un’idea della mole di lavoro, basti pensare che la sezione specializz­ata istituita ad agosto in un mese e mezzo ha ricevuto 352 fascicoli.

In Corte d’Appello, invece, che fino a pochi mesi fa aveva competenza sui ricorsi contro le sentenze del Tribunale, nell’anno giudiziari­o 2016-2017 (1 luglio 2016-30 giugno 2017) sono arrivati 1.095 ricorsi, 726 in più rispetto al periodo precedente, praticamen­te triplicati, così come sono triplicate le pendenze, passate da 430 a 1.240, nonostante i giudici abbiano definito 130 procedimen­ti in più rispetto all’anno precedente.

Ma negli uffici giudiziari di piazza dei Tribunali si può tirare un sospiro di sollievo perché, come il presidente Giuseppe Colonna aveva più volte sollecitat­o, il decreto Minniti-Orlando diventato legge ad aprile e contenente «Disposizio­ni urgenti per l’accelerazi­one dei procedimen­ti in materia di protezione internazio­nale, nonché misure per il contrasto dell’immigrazio­ne illegale», ha abolito il secondo grado di giudizio. Da agosto contro i dinieghi del Tribunale ordinario, si può ricorrere solo in Cassazione.

Anche negli uffici di via Farini, però, il decreto ha portato una piccola rivoluzion­e di cui ancora non è possibile misurare la portata: da agosto è stata istituita, come negli altri Tribunali italiani, la Sezione specializz­ata in materia di immigrazio­ne, protezione internazio­nale e libera circolazio­ne dei cittadini UE. Alla Sezione sono stati assegnati 3 magistrati togati (2 già in forze e un altro provenient­e da un’applicazio­ne extra distrettua­le del Csm). A supporto della loro attività ci sono 10 giudici onorari dell’Ufficio del processo e altri 11 togati che partecipan­o a turno ai collegi, ma senza che gli siano assegnati casi da istruire. Poi è stata istituita la cancelleri­a protezione internazio­nale con 2 dipendenti, un funzionari­o e un cancellier­e, e due tirocinant­i, assunti con un contratto di stage, senza contributi nè garanzie, che possono lavorare massimo 50 ore al mese.

Fino ad oggi il tempo medio di definizion­e dei procedimen­ti in primo grado era di 8-9 mesi, quando ad occuparsi dei fascicoli era la prima sezione civile, che però doveva anche dirimere le cause in materia di famiglia, separazion­i, divorzi e affidament­i di figli, con una media di 500 fascicoli all’anno per ognuno dei sette magistrati. Con l’istituzion­e della Sezione specializz­ata il Governo ha chiesto poi ai Tribunali uno sforzo in più: la chiusura dei procedimen­ti in 4 mesi, considerat­a dall’ufficio di presidenza «altamente improbabil­e, data la complessit­à delle ricerche delle informazio­ni sui paesi di origine e l’aggravio della procedura collegiale introdotta — filtra dal Tribunale —. Ciò nonostante si cercherà di ricondurre i procedimen­ti entro i limiti previsti dalla legge».

Il decreto, poi, ha introdotto anche in primo grado l’ulteriore novità della cancellazi­one dell’udienza, molto criticata dalle associazio­ni che si occupano di accoglienz­a e assistenza ai migranti perché impedisce il contraddit­torio, e quindi potrebbe comportare una violazione del diritto a un giusto processo. Cancelland­o l’udienza è stato introdotto il rito camerale: i giudici, cioè, decidono sulla base del fascicolo inviato dalla Commission­e prefettizi­a, con la videoregis­trazione del colloquio, ma in casi complicati possono chiedere di ascoltare il richiedent­e asilo.

Solo fra alcuni mesi si potrà fare un bilancio di quanto le novità introdotte dal decreto abbiano sgravato gli uffici giudiziari. Questo sempre ammesso che i ricorsi già arrivati in Cassazione, tre o quattro da agosto, non riaprano i giochi: se la Suprema Corte dovesse esprimersi in favore dei migranti ricorrenti, dovrebbe intervenir­e a quel punto la Corte Costituzio­nale, chiamata a giudicare anche la costituzio­nalità delle nuove disposizio­ni.

I magistrati «Avere informazio­ni dai paesi di origine è difficile, la procedura collegiale un freno»

 ?? Criticità ?? Cresce il numero dei ricorsi presentati dai profughi contro il diniego della protezione internazio­nale deciso dalla commission­e prefettizi­a, da agosto non possono più contare su due gradi di giudizio dopo che l’appello è stato eliminato
Criticità Cresce il numero dei ricorsi presentati dai profughi contro il diniego della protezione internazio­nale deciso dalla commission­e prefettizi­a, da agosto non possono più contare su due gradi di giudizio dopo che l’appello è stato eliminato

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy