Corriere di Bologna

Quando Weisz spiegava il «giuoco»

Intitolata all’ex tecnico la San Luca. Nelle librerie il suo manuale

- di Alessandro Mossini

Le idee e le tattiche di Arpad Weisz. Torna nelle librerie il suo manuale sul «giuoco del calcio». E il Comune gli ha intitolato la curva San Luca.

La figura di Arpad Weisz è senza dubbio tra quelle protagonis­te della Giornata della Memoria 2018: ieri alla presenza del sindaco Virginio Merola gli è stata intitolata la curva San Luca dello stadio Dall’Ara, mentre giovedì alle 18 al Museo Ebraico di Bologna sarà presentata (alla presenza dell’allenatore rossoblù attuale Roberto Donadoni) la ristampa del manuale «Il giuoco del calcio» curato dall’allenatore ungherese insieme ad Aldo Molinari, l’allora direttore tecnico dell’Ambrosiana-Inter. Un’opera del 1930 che ora Minerva ha rieditato, riportando in auge le idee e le teorie di un tecnico che all’epoca veniva considerat­o un Pep Guardiola attuale.

La sua storia è stata raccontata da Matteo Marani nel libro «Dallo scudetto ad Auschwitz» e la sua figura resa ancora più nota dallo speciale televisivo curato da Federico Buffa, ma ora si potrà conoscere nel dettaglio anche la forza delle sue idee calcistich­e che lo portarono a vincere tre scudetti (due con il Bologna e uno con l’Inter) e il Torneo Internazio­nale dell’Expo di Parigi nel 1937, una sorta di Champions League ante litteram. Ad illustrare il testo — innovativo per l’epoca, ma ancora oggi di disarmante attualità — ci pensa la prefazione di Vittorio Pozzo, il ct che condusse l’Italia alla conquista dei Mondiali nel 1934 e nel 1938 e all’oro olimpico nelle Olimpiadi di Berlino nel 1936: «È un libro che dovrebbero leggere i calciatori, per capire le necessità profession­ali, e gli spettatori, per conoscere più in profondità ciò a cui stanno assistendo».

E così è: un vademecum tecnico impression­ante, ancora attualissi­mo. Tradisce la sua veneranda età di 88 anni solo per i nomi diversi dati ad alcuni ruoli come «il centrosost­egno», ora centrocamp­ista centrale, e per il fatto che si giocava con cinque uomini d’attacco e un baluardo difensivo composto da due giocatori, i terzini.

All’interno del manuale si tratta praticamen­te ogni aspetto della preparazio­ne del calciatore: dai vari risvolti del gioco, come le tattiche o le interpreta­zioni delle varie fasi dell’azione, fino alle caratteris­tiche che deve avere ogni giocatore sul piano fisico e su quello caratteria­le, con una parte relativa alla gestione dei carichi di lavoro atletici, specifica per i vari ruoli. A tal proposito, c’è anche un capitolo sul «trattament­o morale dei giocatori» che analizza il rapporto con «alcol, tabacco e Venere», parlando della vita privata e sessuale dell’atleta e di come doveva gestirla il tecnico stesso: un’ulteriore dimostrazi­one di come — non lasciando nulla al caso — Arpad Weisz era diventato l’allenatore di calcio migliore d’Europa, prima di essere coinvolto nella più grande follia umana della storia.

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Allenatore All’ex tecnico del Bologna e dell’Inter è stata intitolata la curva San Luca dello stadio Dall’Ara

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