Il Pd d’Emilia incassa l’invasione centrista Dopo Casini può arrivare anche Lorenzin
Castaldini capolista alla Camera. E tra i candidati dem ritorna il nome di Elisabetta Gualmini
Per dirla con il ministro uscente Gian Luca Galletti «l’alleanza fra i centristi moderati e i progressisti di sinistra è l’unica formula possibile per continuare quel percorso di riforme che abbiamo intrapreso in questi anni». Per ora i sondaggi non prevedono che sarà anche la formula vincente, come prevede Galletti, ma di sicuro questa alleanza è un fatto politico nuovo che viene in qualche modo suggellato proprio in Emilia-Romagna. Ieri infatti si è appreso che, dopo aver incassato la candidatura di Pier Ferdinando Casini nel collegio uninominale del Senato a Bologna, il Pd regionale potrebbe dover fare un altro sacrificio in favore dei centristi: il ministro della Salute Beatrice Lorenzin potrebbe essere candidata in un collegio uninominale in Emilia. Meglio usare ancora il condizionale, perché nella serata si parlava anche di una sua corsa a Lucca, anche se l’Emilia resta la pista più concreta.
Se a questi due big si aggiunge la probabile candidatura dell’ex Ncd Sergio Pizzolante a Rimini si comprende come il patto tra Pd e centristi venga suggellato soprattutto in Emilia. Se il Pd «regala» tre seggi ai centristi, il partito di Beatrice Lorenzin cercherà di fare la sua parte per portare un po’ di voti all’alleanza. A Bologna infatti i centristi hanno deciso che la capolista alla Camera sarà Valentina Castaldini, ex consigliere comunale e portavoce nazionale dell’ex Ncd, mentre Elisabetta Tanari, sindaco di Gaggio Montano, sarà la capolista al Senato. Per Castaldini, vicina a Comunione e Liberazione e con un discreto pacchetto di voti, si tratta di un investimento sul futuro, perché al momento è estremamente complicato che la lista raggiunga il quorum per far scattare i seggi al proporzionale.
Un seggio uninominale sarà dato dal Pd in Emilia anche agli alleati a sinistra, quelli della lista Insieme in cui sono confluiti prodiani, verdi e socialisti. Con ogni probabilità, dopo il sacrificio di Giulio Santagata che ha accettato di fare il capolista al proporzionale a Bologna, il posto caldo all’uninominale a Modena dovrebbe essere di Serse Soverini. Non dovrebbero invece esserci seggi per i Radicali in Emilia, che presenteranno le loro liste al proporzionale.
Per il resto quello di ieri è stato il giorno più lungo per le candidature di Pd e alleati in regione, ma 24 ore non sono bastate e per sciogliere gli ultimi nodi e ci si è presi anche la notte. La consapevolezza di tutti i protagonisti, dirigenti del Pd, parlamentari al secondo e al terzo giro, nuovi candidati, quasi esclusi, è che ci possa essere spazio anche per altre grosse sorprese. Qualcuno potrebbe andare a dormire (se mai ci andrà) con un piede in Parlamento e ritrovarsi fuori alle prime luci del mattino. Il nome che nelle ultime ore è tornato nei radar è quello della vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini. Lei ha fatto sapere più volte di non essere della partita, ma il suo profilo è tornato di grande attualità anche come eventuale capolista al proporzionale alla Camera, un seggio che nei giorni scorsi era stato associato a Piero Fassino. Restano praticamente blindate le candidature della sindacalista Carla Cantone, di Andrea De Maria e di Gianluca Benamati e anche Francesca Puglisi ieri sera era fissa nella casella dell’uninominale al Senato. Per tutto il resto si entra nel terreno oscuro delle trattative della notte.