Giustizia, Europa, mercato Di Maio ora flirta con le coop
Prima le cooperative: «Un settore da migliorare e pro- teggere». Poi gli operai della Bredamenarinibus in crisi: «Quando saremo al governo ci riprenderemo i nostri gioielli di Stato». Il candidato premier M5S, Luigi Di Maio lancia da Bologna un’Opa sulla galassia ex Pci. «Solo propaganda», attacca la deputata dem Sandra Zampa. Tra i temi del summit a porte chiuse con le coop i vaccini, la giustizia e le politiche europee.
«Quando saremo al governo ci riprenderemo i nostri gioielli di Stato» Sandra Zampa: «Di Maio scredita le coop da anni, questa è solo propaganda»
Con due mosse Luigi Di Maio mette il dito nel cuore della sinistra bolognese. «La cooperazione è importantissima, una grande realtà produttiva del nostro Paese», annuncia prima di stringere la mano dei big di Legacoop e Confcooperative. Un paio d’ore dopo, eccolo parlare con alcune tute blu davanti ai cancelli della Bredamenarinibus. «Prima qui venivano i leader della sinistra, oggi svendono questi gioielli di Stato», dice il candidato premier del Movimento 5 Stelle.
La strategia ovvia, ieri è stata messa in pratica: provare a strappare più voti possibili al Pd nella sua roccaforte. A Di Maio sembra un obiettivo non impossibile e così punta subito al colpo grosso. «So che chiuderanno per Pier Ferdinando Casini a Bologna. Spero che non ci sia il testa a testa con un signore che si viene a candidare qui dopo essere stato presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche e aver fatto di tutto per non farla lavorare correttamente», il suo affondo. «Di Maio prima di parlare di banche farebbe bene a studiare un po’ i congiuntivi», replica a distanza Casini.
Scintille a parte, il M5S chi gli schiererà contro al Senato? «Lunedì — risponde Di Maio — presenteremo i candidati ai collegi uninominali d’Italia». E anche in Emilia-Romagna, promette, «ci saranno sorprese». Nomi non di militanti di stretta osservanza, «ma che condividono i valori» del M5S che vengono «dal mondo dell’atletica, dell’industria, dell’università, della ricerca, dal mondo dell’imprenditoria». Quest’ultimo settore sta molto a cuore a Di Maio. Tanto che il suo primo tour elettorale in regione è quello della svolta nei rapporti con il mondo coop, da sempre nemico giurato dei pentastellati. «Lavoriamo per migliorare un settore, ma anche per proteggerne la ricchezza». Parole, quelle di Di Maio, che segnano l’ennesima rivoluzione interna al Movimento.
I cooperatori che lo incontrano nella sede di Conserve Italia a San Lazzaro, dove a far gli onori di casa è il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, si mostrano un poco stupiti da tanti complimenti. «Forse nel momento in cui uno vuole governare passa dalle parole in libertà a qualche necessità di approfondimento. Ma poi chi ci conosce ci apprezza», commenta il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari. L’incontro fa gioco anche a loro, che possono così dimostrare di non avere nel Pd l’unico interlocutore. «Chiederemo incontri a tutti, tranne che ai fascisti», mette in chiaro il numero uno nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, tra gli invitati all’incontro.
Un dialogo inaspettato che infastidisce il Pd. «Di Maio per cinque anni ha screditato e accusato il mondo coop. Fin quando non ci dice perché ha cambiato idea, ci sentiamo autorizzati a pensare che si tratti solo di propaganda elettorale», interviene la deputata dem Sandra Zampa. Nell’agenda bolognese del candidato premier M5S ci sono anche i metalmeccanici ma non la Fiom, che per tutto il giorno litiga con lui. Il motivo? Un volantino che annuncia la sua visita alla Bredamenarinibus con i «lavoratori licenziati», che al leader regionale del sindacato delle tute blu Bruno Papignani proprio non va giù. «Opera macabra», dice, perché «le uscite sono state tutte volontarie». Lo staff di Di Maio corregge il tiro e spiega che si tratta di un volantino «non ufficiale». Fuori dalla fabbrica di via San Donato c’è però anche un lavoratore iscritto alla Fiom e un collega della Uilm. Gli raccontano la situazione di difficoltà dell’azienda dopo che nel 2015 Finmeccanica ha ceduto il suo pacchetto di maggioranza. «Quando saremo al governo ci riprenderemo i nostri gioielli di Stato», promette Di Maio. Poi in auto verso Parma. Oggi si replica a Reggio Emilia e Rimini.