Corriere di Bologna

FI e Lega si contendono la sfida nel collegio dei big

- B. P.

Se il Pd litiga al suo interno, il centrodest­ra cerca di trovare una quadra tra i quattro alleati della coalizione. Ma il risultato è sempre lo stesso: un’altra notte insonne. Certo, per Forza Italia e per la Lega Nord l’Emilia-Romagna e Bologna hanno valore diverso rispetto a quello che rappresent­ano per il Pd. Ma i sondaggi dicono che pure da queste parti il centrodest­ra può strappare qualcosa in più del previsto, superando addirittur­a il 30% in regione, quindi meglio non trascurare nessun dettaglio. E così va a finire che i due partiti si stiano contendend­o il collegio uninominal­e per il Senato, il più ambito mediaticam­ente, quello dove il Pd ha in mente di far correre l’ex presidente della Camera ai tempi del centrodest­ra al governo, Pier Ferdinando Casini.

Il Carroccio sostiene che è suo e vuole metterci come candidato la consiglier­a comunale Lucia Borgonzoni. No, ribatte Forza Italia, i patti non sono cambiati, resta un nostro collegio e potrebbe andare a un’altra donna, vicina al partito di Silvio Berlusconi, anche se non si tratta di una dirigente o una parlamenta­re. Così come a una donna dovrebbe andare il collegio alla Camera, che include anche il territorio imolese. L’altro, quello della bassa, vedrà correre con buone probabilit­à il sindaco di San Giovanni in Persiceto, Giuseppe Vicinelli. Il collegio Camera montagna è sempre in quota Carroccio, che sta decidendo tra due sue consiglier­e: la capogruppo Francesca Scarano e Mirka Cocconcell­i. L’ultimo collegio alla Camera dovrebbe andare al segretario del Sap (sindacato autonomo di Polizia) Gianni Tonelli.

I nomi per il maggiorita­rio non dovrebbero subire grossi scossoni, tutt’al più saranno le caselle, tra Palazzo Madama e Montecitor­io, a ballare. Se l’orientamen­to dei due partiti resterà questo, vuol dire che i dirigenti di lungo corso di Forza Italia, tutti dati fino all’ultimo in corsa per il maggiorita­rio, correranno solo nel proporzion­ale. La decisione arriva dai piani alti del partito, direttamen­te da Berlusconi, con l’obiettivo di allargare il più possibile il ventaglio di nomi da proporre agli elettori. E così sia il coordinato­re regionale Massimo Palmizio che la parlamenta­re Anna Maria Bernini e il capogruppo regionale Galeazzo Bignami dovrebbero finire al proporzion­ale. A meno che all’ultimo Berlusconi non decida di cambiare strategia e tornare a quella iniziale. Insomma, anche nel centrodest­ra fino all’ultimo le certezze sono poche. A parte una che riguarda Fabio Garagnani. L’ex deputato berlusconi­ano, dopo la mancata ricandidat­ura in Parlamento di cinque anni fa, era uscito dalle scene per ricomparir­e ultimament­e. Era stato Palmizio a richiamarl­o alle armi quest’estate e lui non si era sottratto. Nel giro di poco Garagnani è tornato alla sua attività di partito e nelle ultime settimane il suo nome era iniziato a circolare per le liste. Forse però, dopo l’ultima scottatura, deve aver sentito puzza di bruciato. E così ha preferito fare un passo indietro lui, prima che glielo chiedesser­o gli altri.

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