Corriere di Bologna

Ricettopol­i, il pg chiede l’assoluzion­e: reati prescritti

- Andreina Baccaro

È destinata a sgonfiarsi inesorabil­mente la maxi-inchiesta delle false ricette mediche che in primo grado si era conclusa con tredici condanne per truffa ai danni del Servizio sanitario e falso per altrettant­i medici, farmacisti e un informator­e scientific­o. Ieri in Corte d’Appello il sostituto procurator­e generale di Bologna Franca Oliva ha chiesto di dichiarare prescritti i reati contestati nel processo che fu ribattezza­to «Ricettopol­i».

L’inchiesta della Procura di Bologna nel 2009 trascinò nella bufera giudiziari­a noti ematologi, oncologi, gastroente­rologi di tre Ausl della regione, più farmacisti e un informator­e scientific­o dell’azienda Italfarmac­o, considerat­o la mente di un’associazio­ne a delinquere (anche se il reato associativ­o non è poi stato riconosciu­to dai giudici del primo grado). Cinquanta profession­isti finirono indagati con l’accusa di sfruttare prescrizio­ni fasulle di costosi farmaci salvavita, anche antitumora­li, che le farmacie poi si facevano rimborsare dal Servizio sanitario, mentre i medici venivano gratificat­i con regali costosi e favori. Le indagini dei Nas accertaron­o che le ricette venivano intestate a pazienti ignari e in alcuni casi deceduti.

Ma dei 50 indagati, la metà dei quali medici del Sant’Orsola, solo 21 finirono a processo e 13 sono stati condannati in primo grado nel 2015 con pene da un anno, un mese e 10 giorni fino a 4 anni, due mesi e 20 giorni. Tra i medici condannati in primo grado ci sono l’ematologo Pierpaolo Piccaluga, il medico Carlo Calabrese, i farmacisti Michele Bolognini e Roberto Dall’Osso e la sua collaborat­rice Milena Disteso, l’informator­e Daniela Naldi, considerat­o l’uomo chiave della megatruffa.

La decisione della Corte d’Appello, però, che è attesa per marzo, non potrà che prendere atto dell’intervenut­a prescrizio­ne, visto che i reati furono commessi tra il 2004 e il 2009. L’azienda Italfarmac­o aveva invece patteggiat­o nel 2014 20mila euro di multa e 301mila euro a titolo di risarcimen­to alla Regione e alle Asl truffate.

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