Ricettopoli, il pg chiede l’assoluzione: reati prescritti
È destinata a sgonfiarsi inesorabilmente la maxi-inchiesta delle false ricette mediche che in primo grado si era conclusa con tredici condanne per truffa ai danni del Servizio sanitario e falso per altrettanti medici, farmacisti e un informatore scientifico. Ieri in Corte d’Appello il sostituto procuratore generale di Bologna Franca Oliva ha chiesto di dichiarare prescritti i reati contestati nel processo che fu ribattezzato «Ricettopoli».
L’inchiesta della Procura di Bologna nel 2009 trascinò nella bufera giudiziaria noti ematologi, oncologi, gastroenterologi di tre Ausl della regione, più farmacisti e un informatore scientifico dell’azienda Italfarmaco, considerato la mente di un’associazione a delinquere (anche se il reato associativo non è poi stato riconosciuto dai giudici del primo grado). Cinquanta professionisti finirono indagati con l’accusa di sfruttare prescrizioni fasulle di costosi farmaci salvavita, anche antitumorali, che le farmacie poi si facevano rimborsare dal Servizio sanitario, mentre i medici venivano gratificati con regali costosi e favori. Le indagini dei Nas accertarono che le ricette venivano intestate a pazienti ignari e in alcuni casi deceduti.
Ma dei 50 indagati, la metà dei quali medici del Sant’Orsola, solo 21 finirono a processo e 13 sono stati condannati in primo grado nel 2015 con pene da un anno, un mese e 10 giorni fino a 4 anni, due mesi e 20 giorni. Tra i medici condannati in primo grado ci sono l’ematologo Pierpaolo Piccaluga, il medico Carlo Calabrese, i farmacisti Michele Bolognini e Roberto Dall’Osso e la sua collaboratrice Milena Disteso, l’informatore Daniela Naldi, considerato l’uomo chiave della megatruffa.
La decisione della Corte d’Appello, però, che è attesa per marzo, non potrà che prendere atto dell’intervenuta prescrizione, visto che i reati furono commessi tra il 2004 e il 2009. L’azienda Italfarmaco aveva invece patteggiato nel 2014 20mila euro di multa e 301mila euro a titolo di risarcimento alla Regione e alle Asl truffate.