Cie, la Cgil stoppa Merola
Bocciata l’idea di aprire un centro di identificazione: parole figlie di un clima razzista
La Cgil stoppa duramente il sindaco Virginio Merola sull’idea di creare a Bologna, in un’ala dell’hub per profughi, un centro per il rimpatrio. Per il sindacato le sue parole sono «gravi» e «sconcertanti» e oggi sarà in piazza a raccogliere firme contro l’ipotesi dell’apertura di un Cie. Dubbi anche da parte delle coop che si occupano di accoglienza e che stanno stilando i progetti per il nuovo bando per la gestione dell’hub, ormai in scadenza.
L’idea del sindaco Merola di un centro di rimpatri all’hub di via Mattei non convince. Anzi. La Cgil definisce «gravi» e «sconcertanti» le affermazioni del primo cittadino. Le coop che si occupano dell’accoglienza sono a dir poco dubbiose e anche la Prefettura frena sull’ipotesi dello «sdoppiamento» del centro. E non si placa neppure la polemica politica, con Leu che, per voce del deputato Giovanni Paglia, parla della «peggiore demagogia di destra». Proprio in questi giorni le cooperative stanno limando al meglio i progetti per partecipare al bando della Prefettura per la gestione del centro, bando che scade tra due settimane. Trattenere chi delinque in un’ala della struttura di via Mattei stride con quello che da luglio 2014 è stato messo in campo per la prima accoglienza di quanti, direttamente dagli sbarchi in Sicilia, Calabria e Puglia, con ancora addosso le coperte gialle termiche, arrivavano all’hub. Mai fino ad oggi in Prefettura si è parlato di questa nuova ipotesi per via Mattei, anche perché con una sezione di rimpatri ci si ritroverebbe davanti a un ibrido senza precedenti. Di struttura mista, ma di tutt’altro genere, se ne è parlato non più tardi di un mese fa alla vigilia del nuovo bando, a proposito dell’accoglienza delle fasce più deboli in occasione del piano freddo. Anche questo un progetto di Palazzo d’Accursio, sicuramente da definire ma comunque in cantiere. Un’idea che certamente è più nelle corde della Cgil che oggi, in piazza per il giorno della memoria, raccoglierà le firme contro un nuovo Cie (centro di identificazione ed espulsione) in città. «Quelle del primo cittadino riguardo la disponibilità della città a ospitare all’interno dello stabile di via Mattei un centro di rimpatrio regionale per i delinquenti sono affermazioni gravi che dette dal sindaco di Bologna destano ancor più preoccupazione e sconcerto». Secondo l’organizzazione sindacale «definire delinquenti persone che cercano asilo nel nostro paese, oltre a non corrispondere al vero, è una affermazione che si inserisce in un clima generale di razzismo che non può che essere condannato e denunciato come tale». Per la Cgil, si legge in un altro passaggio, «occorre passare radicalmente da un approccio securitario, che alimenta fenomeni di intolleranza e di razzismo — viene osservato — ad una politica inclusiva che realizzi i principi di uguaglianza, solidarietà e promozione dei diritti universali». Lo stesso sindaco Virginio Merola più volte in passato si era detto e mostrato nei fatti contrario ai Cie. Cos’è cambiato? Un’inversione di rotta dettata solo dai recenti fatti di cronaca? Vedi il tentato stupro da parte di un violentatore seriale che avrebbe dovuto essere espulso, citato dallo stesso Merola. Intanto non è una novità che la struttura che in questi due anni e mezzo ha accolto più di 30mila persone presto avrebbe cambiato veste, ma per i prossimi due anni il bando a firma di Palazzo Caprara, per quasi 8milioni di euro finanziati dal Viminale, richiede progetti ad hoc per richiedenti asilo e non per chi dovrebbe essere rimpatriato. Anzi, sempre come detto da Palazzo d’Accursio non più tardi di un mese fa in città Metropolitana per voce del neo assessore al Welfare, Giuliano Barigazzi, per il prossimo anno all’interno dell’hub si potrebbe lavorare per un’accoglienza allargata alle fasce più deboli della città nel periodo del piano freddo. A questo punto, però qualcosa sembra proprio non tornare. Non commentano le cooperative, perché appunto il bando di gara di Palazzo Caprara pubblicato il 16 gennaio è attualmente aperto e l’annuncio di giovedì del sindaco Virginio Merola sicuramente le ha stupite. Sul bando per l’accoglienza di 400 ospiti — la struttura di via Mattei durante l’estate è arrivata a picchi di 1000 persone, e oggi ne ospita poco meno di 300 — tra le specifiche dettate dal Viminale a un certo punto compare la voce «Criteri per l’organizzazione e la gestione dei centri di identificazione ed espulsione», ma è in coda a tutte le altre forme che possono assumere le strutture in generale.