Rete regionale, ritardi, treni sporchi e affollati Ancora 260 km senza controllo marcia-freno
Le preoccupazioni dei pendolari dopo il disastro di Milano. Ma Viale Aldo Moro ed Rfi: «Tutto bene»
Mentre a Milano i responsabili della sicurezza di Rfi sono stati iscritti nel registro degli indagati per il disastro di due giorni fa, si alza anche in Emilia Romagna il livello di attenzione per la sicurezza di treni e rete ferroviaria. Nel 2015 la Regione ha stanziato oltre 50 milioni di euro per dotare tutta la rete ferroviaria della tecnologia Scmt, Sistema Controllo Marcia Treno, ma su i 364 chilometri di Fer, la società ferroviaria gestita da viale Aldo Moro, mancano all’appello ancora 264 chilometri da coprire. L’adeguamento è previsto entro il 2020 per un totale di 70 milioni di euro, da quando è stata aperta la gara d’appalto per i primi lavori nel 2010. Nel concreto l’Scmt è un meccanismo in grado di bloccare automaticamente il convoglio in caso di problemi legati all’infrastruttura o ad eventuali errori umani, come un’eccessiva velocità. Su dieci tratte, solo tre sono interamente protette (Reggio Emilia-Sassuolo, Reggio Emilia-Guastalla, Ferrara- Poggio Rusco). Solo in parte invece l’Scmt è presente lungo la linea Bologna-Portomaggiore. Mentre Reggio Emilia-Ciano d’Enza e Casalecchio-Vignola sono in dirittura d’arrivo (entro l’anno). L’Scmt è un congegno che se installato, come è stato poi dimostrato, nell’estate del 2016 avrebbe impedito il deragliamento del treno in Puglia tra Corato e Andria e la conseguente morte di 23 persone. Se però oltre la metà dei chilometri gestiti da Fer è ancora da sistemare, tutte le tratte, pari a circa 1315 chilometri, affidate a Rfi sono già a norma. «Per noi la sicurezza è una priorità assoluta — spiega l’assessore regionale ai trasporti Raffaele Donini, che esprime la sua vicinanza ai famigliari delle vittime di Pioltello —. Il sistema Scmt è presente su più del 88% della nostra rete, ma a noi non basta avere sistemi di sicurezza affidabili, vogliamo che tutta la rete abbia i sistemi di sicurezza tecnologicamente più avanzati, che riducano a zero l’errore umano. È per questo che dal nostro insediamento ci siamo impegnati affinché entro il 2020 il 100% delle linee siano dotate di questo sistema. Quando un’amministrazione decide di investire ingenti risorse per installare ‘boe’ di sicurezza a terra non guadagna la prima pagina dei giornali. Quando avvengono però tragedie terribili come quella accaduta nel 2016 lungo le ferrovie pugliesi, si capisce quanto questi investimenti siano fondamentali». E su questo punto è proprio ad Rfi, oggi indagata per il disastro di Pioltello, che la Regione sta guardando. A dicembre è stata firmata un un’intesa, da attuare entro il 2019, tra Regione, Fer e Rfi per avviare il percorso di trasferimento a Rfi della gestione di tutta la rete ferroviaria dell’EmiliaRomagna. Se però la sicurezza è una priorità, sul fronte ritardi, treni rotti e sporchi, la questione è ormai ciclica. Sono sempre di più i pendolari che, soprattutto, attraverso i social segnalano lo stato delle carrozze su cui viaggiano per tutta l’Emilia Romagna. Come Marco Rosina, instancabile della tratta BolognaRimini. «Al di là del caso di Pioltello, su cui poi i giudici si pronunceranno, i treni su cui viaggiamo sono spesso in ritardo e sovraffollati. Certo la sicurezza è importante, ma bisognerebbe fare qualcosa per renderli più vivibili. Negli orari di punta, tra la Romagna e Bologna, a volte si viaggia come su carri bestiame».
Entro il 2020 tutte le nostre linee saranno dotate dell’Scmt: è un impegno preciso
Oltre alla sicurezza bisogna pensare alla vivibilità, a rendere più dignitosi i nostri treni