L’INCOGNITA PARACADUTATI
Anche con la nuova legge elettorale sono comparsi candidati cosiddetti «paracadutati», cioè mandati a farsi eleggere in un luogo con il quale non intrattengono alcun particolare rapporto. Ciò riguarda sia i collegi plurinominali sia i collegi uninominali, ma è soprattutto sui secondi che andrebbe fatta una riflessione. Nello spirito di questo tipo di collegi, infatti, sta proprio l’idea del legame tra candidato e territorio. Almeno in teoria, chi si candida dovrebbe conoscere bene le caratteristiche e le specificità del proprio collegio e, a sua volta, dovrebbe essere conosciuto nel modo più possibilmente diretto dai suoi elettori. Se inoltre le ricandidature avvengono sempre nello stesso collegio, ciò responsabilizza il parlamentare in quanto sa che dovrà poi rispondere del proprio operato a chi lo ha eletto. Anche in EmiliaRomagna non mancano casi di candidati «venuti da fuori», quali Beatrice Lorenzin a Modena o Anna Falcone a Bologna. Insomma, il dato di fatto è che, in più di un caso, si chiederà agli elettori di votare per qualcuno che può avere molti altri meriti e anche godere già di una visibilità nazionale, ma che comunque non è espressione del territorio. L’attuale sistema elettorale dovrebbe permetterci di acquisire una certa familiarità con i candidati del nostro collegio al fine di fare una scelta il più possibile informata. Va aggiunto che in alcuni Paesi, come Stati Uniti e Regno Unito, chi corre nei collegi uninominali viene scelto attraverso le primarie; è quindi un percorso piuttosto lungo grazie al quale il giorno delle elezioni gli elettori sanno bene chi hanno di fronte. Qui da noi, invece, essendo la campagna di poche settimane, fa ancor più differenza se un candidato parte già con una conoscenza pregressa del proprio collegio o se la deve costruire. Si può obiettare che, in qualche caso, a un simile deficit può supplire la visibilità mediatica di chi si presenta: seppure non li conosciamo per contatto diretto, lo facciamo attraverso il video o la rete. Certamente in tal modo, anche senza avere l’occasione di incontrarli o di parlar loro di persona, è pur sempre possibile farsi un’idea. Ma è piuttosto il rovescio su cui riflettere: loro conoscono noi? Sapranno rappresentare le nostre istanze? E questo ci interessa davvero o, in fondo, diamo più importanza ad altri fattori? Se però così fosse, dev’essere chiaro come la scelta di una legge elettorale che prevede collegi uninominali dovrebbe portare in un’altra direzione.