«Più Art City, fiera da svecchiare E anche l’estate cambierà format»
L’assessore alla Cultura Lepore: «Penso a una Casa della musica per produrre e progettare»
Conclusa Arte Fiera, resta il richiamo della direttrice Vettese: «Bisogna cambiare, dare una scossa». Sollecitazione che il neo assessore alla Cultura Matteo Lepore fa sua.
«La Fiera deve trovare un posizionamento internazionale cogliendo i mutamenti del mercato», dice. E rilancia: «Art City modello da replicare tutto l’anno, il Mambo protagonista e rilancio della città della Musica con nuove istituzioni». E anche l’estate cambierà format.
Conclusa Arte Fiera, con il monito della direttrice Angela Vettese a ripensarne la formula per non soccombere, anche il neo assessore alla Cultura Matteo Lepore ragiona sulle necessità di cambiamento. Condivide la sveglia della curatrice e va avanti: Art City — ovvero l’arte diffusa in città — da replicare, nuove formule per l’estate e la città della musica Unesco da rilanciare.
Assessore, Vettese ha dato la «scossa». Dovrà farlo anche l’expo?
«Si, ma in città bisogna fare due ragionamenti diversi: uno per Arte Fiera e uno per Art City». Cominciamo dalla Fiera..
«Ha bisogno di un riposizionamento internazionale, deve costruire una strategia per i prossimi anni che tenga conto delle trasformazioni del mercato dell’arte». Significa adeguarsi a nuove tendenze?
«Già si è specializzata nella modernità e ha dato spazio a giovani astisti italiani, ma la Fiera non è principalmente una mostra per un pubblico». Quindi va data più attenzione al mercato?
«A Set Up ho assistito alla vendita di un’opera senza artista: una sorta di assemblaggio replicabile in più copie e rivendibile in modo che a ogni asta si possano distribuire i dividendi. È una transizione che si regge sulla finanza. È solo un esempio, problematico certo, ma bisogna farci i conti. La Fiera farà le sue proposte». Art City?
«È la città che vive d’arte e risponde a una formula ideata da Lorenzo Balbi che ragiona sui luoghi pubblici. Il nostro obbiettivo è estenderla tutto l’anno». In che modo?
«Portando l’arte nei quartieri, con progetti di arte pubblica partecipata. È il processo di ideazione dell’opera, del suo valore, della sua collocazione che conta. La cittadinanza verrà coinvolta attraverso laboratori che servono da formazione del pubblico, per le nuove generazioni». In questo processo c’entra il Mambo?
«Sarà un lavoro che coinvolge l’Istituzione Musei e sopratutto il Mambo. Il Mambo, poi sarà, un grande strumento di marketing». E il compito degli altri musei?
«Vogliamo portarci dentro i cittadini. Abbiamo in patrimonio inespresso di estremo valore, che nemmeno i bolognesi conoscono. I turisti devono venire per questo».
Bologna è anche città della Musica Unesco, l’amministrazione spesso sembra dimenticarsene...
«Ho iniziato a fare politica a 18 anni proprio sostenendo la candidatura, ma non abbiamo saputo valorizzarla al meglio». Si assume l’impegno?
«La musica avrà una nuova centralità. Chiamerò gli operatori del settore e gli artisti. Bologna deve avere una propria istituzione che si occupi di questo». Pensa a una nuova Istituzione come quella dei Musei
o delle Biblioteche.
«Dobbiamo prima parlarne insieme, sarà o una casa della musica, o una messa in rete di quello che c’è già o un’istituzione, ma deve essere qualcosa in cui anche il pubblico si occupi di promuovere la produzione e la progettazione. Il bando per mandare i nostri artisti all’estero che abbiamo fatto con il Turismo era solo un piccolissimo assaggio di questa direzione».
Il teatro Comunale si era candidato a un ruolo di coordinamento,è fattibile?
«Il Comunale deve essere sempre più aperto, una fabbrica, un sito produttivo».
Attorno al teatro ci sono ancora i container del Winter Village, ma non per molto. Che fine farà il progetto?
«Stiamo preparando un bando che entrerà in quello dell’estate. Se ci saranno container o no dipenderà dalle proposte». Cambierà anche il format per l’estate? «Sì, annunceremo presto un nuovo bando».
Tornando alla musica, lei guarderà Sanremo dove gareggiano i bolognesi Lo Stato Sociale?
«Bologna fa il tifo pe loro. Rappresentano una novità anche per il loro impegno sociale».