Gd, la guerra dell’Usb : ora è sciopero
Il sindacato di base: lunedì l’astensione dal lavoro. Braccio di ferro con la Fiom
Dopo il blocco di straordinari e flessibilità proclamato a inizio febbraio l’Usb, che a novembre è diventato il primo sindacato in Gd, ha proclamato due scioperi lunedì prossimo per poter svolgere le sue assemblee. E attacca gli altri sindacati e l’azienda per aver impedito di svolgere quelle retribuite. Ma le sigle confederali non ci stanno: «Vogliono lo scontro per tenere la tensione alta, fatichiamo a capire dove sia la loro coerenza», la replica.
Dopo il blocco di straordinari e flessibilità, in Gd scattano i primi scioperi. E ormai, nella più grossa azienda metalmeccanica bolognese, tra l’Usb e le sigle confederali lo scontro è totale. A proclamare l’astensione dal lavoro lunedì è il sindacato di base, che vuole cambiare il contratto integrativo passato con un referendum a ottobre. Proprio in seguito a quel voto, le elezioni della rsu avevano premiato l’Usb, che aveva vinto col 44% dei voti superando nell’ordine Fiom, Fim e Uilm.
Poi qualche mese di stallo, prima che la temperatura ricominciasse ad alzarsi. A inizio febbraio il sindacato di base ha proclamato il blocco degli straordinari e della flessibilità. E ha indetto due assemblee per il 12 febbraio. Ma proprio su quest’ultima iniziativa si è consumato un nuovo scontro. La speranza dell’Usb era che le assemblee potessero essere retribuite. E ha chiesto a Gd che così fosse. Ma, secondo quanto riferisce il funzionario Sergio Bellavita, il vertice di via Battindarno «ha negato» questa possibilità. Diventando, insiste il sindacalista, «una delle pochissime aziende che abbiano negato un’assemblea». Serviva il via libera di tutta la rsu, che non è arrivato: «La risposta della Fiom territoriale è stata negativa», rincara la dose Bellavita, che proviene proprio dai metalmeccanici Cgil. Ora il sindacato di base è alla prima prova di forza: lunedì le assemblee si terrano in sciopero, in tutto quattro ore.
Ma le sigle confederali rispediscono al mittente l’attacco dell’Usb: «È una bugia che gli abbiamo negato le assemblee — attacca Fabrizio Torri, della rsu Fiom —. Era previsto da tempo un incontro tra la rsu e tutte le strutture territoriali, anche la loro, il 15 febbraio. Loro erano d’accordo. Questo è un attacco alla Fiom. È una situazione incomprensibile». Il segretario delle tute blu Cgil Bruno Papignani taglia corto: «Se si ritiene che la strada da fare sia quella, non mi metto certo io a contestarla». Duro Marino Mazzini della Fim: «Hanno bisogno dello scontro per tenere la tensione alta. Facciamo fatica a capire dove sia la loro coerenza», sottolinea riferendosi all’accettazione di Usb, al tavolo con l’azienda, della validità del contratto che vorrebbe cambiare. «Mi sembra che abbiano perso lucidità», è l’analisi di Luigi Zanini della Uilm. Finiti gli scioperi, sindacati e delegati si incontreranno il 15. E lì, forse, si capirà quanto è profonda la spaccatura nella più grossa fabbrica metalmeccanica della città.