Rischio panchina per Mattia Destro
I dubbi (scivolosi) del tecnico su Mattia, il futuro costruito da un ds in scadenza
L’idea di Roberto Donadoni per Milano è di impiegare in attacco Orsolini a destra, Palacio in mezzo e Di Francesco a sinistra, poi è chiaro che a un giorno dalla partita l’allenatore del Bologna potrebbe anche rivisitare i suoi propositi. Certo è che se andasse a finire così, il caso Destro diventerebbe ancora più caldo, dopo la sua sostituzione contro il Benevento nonostante il gol segnato, l’esclusione di Napoli e la nuova sostituzione contro la Fiorentina. Inspiegabile, perché a quel punto Palacio stava dando l’impressione di essere quasi a secco come carburante.
Sono chiari i motivi per i quali Donadoni farebbe fuori ancora una volta Destro, il primo perché lavora poco sul campo e il secondo perché sarebbe un punto di riferimento facile da coprire per la difesa dell’Inter, ma senza Destro il Bologna avrebbe meno gol addosso, perderebbe uno che sa vivere in area di rigore, senza dimenticare anche un aspetto economico importante. Questo: l’attaccante è un patrimonio della società e non giocando finirebbe per valere ancora meno alla riapertura del mercato, quando i capi rossoblù faranno il possibile per trovargli una sistemazione.
Ora, è vero che Donadoni il suo domani a Bologna può giocarselo come vuole e con chi crede, ma di sicuro in questo caso quantomeno non è filo-societario, e ciò nonostante che in palio ci sia solo un piazzamento nella facciata destra della classifica. Ecco la nostra opinione sull’argomento: con il senno del prima una nuova esclusione di Destro contro l’Inter avrebbe più controindicazioni che benefici.
Con la speranza che abbia eventualmente ragione Donadoni, abbiamo toccato il tasto del suo futuro. Sì, perché se da una parte il tecnico è legato al Bologna da un contratto che scadrà a giugno 2019, da un’altra non sarebbe pensabile una sua conferma nel caso in cui la squadra vivesse un ritorno avvilente come quello dell’anno passato. E lo ha fatto capire anche Riccardo Bigon quando è stato messo di fronte all’interrogativo su quello che sarà il domani di Donadoni, assicurando che i risultati saranno importanti per la decisione finale.
A proposito di Bigon va detto che sta lavorando con il contratto in scadenza. «Ci sono altri temi più significativi sul tavolo, io vado avanti come se dovessi restare a Bologna altri 10 anni, è una cosa naturale per me». I suoi pensieri sono quelli di una persona corretta e di un grande professionista, ma quello che sta succedendo non è una cosa naturale fino in fondo e se la volontà del Bologna è quella di confermarlo sarebbe stato importante che gli avesse già rinnovato il contratto, anche perché siamo a metà febbraio. Uno può dire: anche alla Samp è così, con Osti e Pradè che sono in scadenza. Ebbene, Osti è accostato in queste ore sia al Bologna che al Sassuolo, il cui diesse è Angelozzi, anche lui avvicinato al club rossoblù. Morale: ora come ora il Bologna avrebbe bisogno di certezze e non di casi avvelenati, questioni in sospeso e voci che possono destabilizzarlo. Come i risultati negativi, più dei risultati negativi.
Riccardo Bigon (ds) Il mio contratto? Ci sono altri temi più significativi sul tavolo, io vado avanti come se dovessi restare a Bologna altri 10 anni, è una cosa naturale per me