Tonelli: «I mie voti? Nei posti cari al Pd»
Il candidato della Lega in tour in Montagnola in mezzo ad ambulanti e immigrati
«È iniziato il mio porta a porta, sarò ovunque. Soprattutto nei templi della sinistra, come la Bolognina, dove la gente si sente tradita più che altrove». Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap e candidato con la Lega nel collegio plurinominale della Camera, ha appena consegnato l’ennesimo volantino in Montagnola quando spiega come vuole portare avanti la campagna elettorale che lo ha visto improvvisamente protagonista dopo i fatti di Macerata e la sua frase choc con la quale ha accostato «l’insofferenza di quegli spari contro gli immigrati a chi ha danneggiato gli autovelox di Imola». Tonelli in passato era già finito nella bufera per le posizioni e le dichiarazioni sulla morte di Federico Aldrovandi, avendo sempre difeso i poliziotti condannati. Sulle polemiche degli ultimi giorni non arretra, anzi contrattacca facendo riferimento alle scritte contro il leader del Carroccio, Matteo Salvini, e all’altra candidata Lucia Borgonzoni comparse in città: «Si urla ai fascisti e ai razzisti ovunque, ma io invece vedo tanti fascistoidi negli atteggiamenti che non accettano posizioni diverse, soprattutto sulla sicurezza e l’immigrazione». Sono questi ultimi due i due tasti sui quali il candidato batterà da qui fino al 4 marzo, lo ha ribadito ieri pomeriggio tra i banchi della Piazzola e alla Montagnola, zona sempre al centro dell’attenzione per i cronici problemi di spaccio, che hanno portato pure la Prefettura a emetforze tere un provvedimento di Daspo per i pusher recidivi all’interno del parco. «Prima questi erano un mercato e un giardino tranquilli, di qualità e dove era un piacere venire a passare del tempo, ci venivo io da Imola – spiega Tonelli –. Guardiamoli adesso e domandiamoci cosa è successo. Nella risposta troverete il motivo della rabbia di tante persone. Il Daspo può essere utile, ma mancano le risorse alle dell’ordine». Gli ambulanti hanno perlopiù stretto la mano al leghista, promettendogli sostegno. «Mi spiace solo che la campagna elettorale duri così poco, da quello che vedo andremo bene – aggiunge Tonelli –. Il mio unico avversario è la diffidenza di chi non vuole votare, degli altri non mi preoccupo. Il Pd è arrivato a candidare Pier Ferdinando Casini, delfino democristiano. Il M5S è sempre poco chiaro, non si capisce cosa vuole fare. Tanti mi dicono «volevo votare i grillini ma adesso sto con te». Andando avanti così portiamo via pure i voti a Forza Italia». Un ragazzo di colore gli domanda «È vero che Salvini ci manderà tutti via?», e lui che replica: «Sei qui da 20 anni, hai detto? Lavori? E allora di cosa ti preoccupi». Con un gruppetto di giovani universitari invece le cose vanno peggio e gli dicono: «Salvini non lo vogliamo sentire nominare». Contro Tonelli ieri si è espresso duramente il segretario regionale del Pd, Paolo Calvano. «Da uomo che dovrebbe garantire la sicurezza mi ha invece fatto sentire insicuro, per fortuna ci sono tanti suoi colleghi a farmi sentire protetto – attacca Calvano – Sono ferrarese e so chi è Gianni Tonelli, ha sistematicamente riaperto la ferita Aldrovandi senza rispetto per una famiglia che ha perso il figlio. Non lo fermeranno le scritte sui muri ma solo chi non rinuncia a una società costruita sul rispetto tra gli esseri umani».