Corriere di Bologna

Le note che fanno vibrare il museo

Dal 14 febbraio al 18 aprile dieci appuntamen­ti a Palazzo Pepoli

- Paola Gabrielli

Alla vigilia della quarta edizione di «ArtRockMus­eum – Suoni nuovi a Palazzo Pepoli», la rassegna musicale che si pone tra concerto e conversazi­one ideata da Genus Bononiae con la direzione artistica di Pierfrance­sco Pacoda, ci si trova a constatare che un gruppo bolognese, Lo Stato Sociale, ora alla ribalta sanremese, è stato ospite della prima edizione.

Il dato conferma la vocazione allo scouting di questo ciclo di incontri avendo dato spazio, tra gli altri, anche a Dente, Iosonounca­ne, Murubutu, Marianne Mirage.

Quest’anno la rassegna, che si snoderà lungo 10 appuntamen­ti dal 14 febbraio al 18 aprile ospitati nel suggestivo palazzo di via Castiglion­e, 8 (tutti alle 19.30, di mercoledì e a ingresso gratuito), rimanendo coerente nella struttura contiene alcune novità.

La prima è la presenza della Siae non, per usare le parole ironiche di Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae, «come avida succhiatri­ce di denaro ma come sostenitri­ce». Una novità che richiama la seconda, cioè il lancio di un contest che, attraverso le votazioni popolari sul web, poi scremate da una giuria di esperti, ha scelto tre gruppi giovani che suoneranno in un’unica serata le loro musiche (il 4 aprile). È nuovo anche l’accordo stretto con l’Accademia delle Belle Arti che permetterà ai suoi studenti di realizzare brevi video. Il resto è una conferma, come la collaboraz­ione con Radio Città del Capo, il magazine online Zero e quello dell’Università Unibo, mentre Bios’Kitchen, il ristorante che aprirà il 28 febbraio in via Galliera, ospiterà le band a cena. Dando una scorsa agli ospiti, è sempre rilevante lo spazio dato ai giovanissi­mi. Pensiamo a La Notte, quintetto fiorentino che aprirà la serie di showcase proprio il 14 per presentare il loro secondo album, «Volevo fare bene».

O a Giorgienes­s, al secolo Giorgia D’Eraclea. Ovvero pop d’autore, profondità e tumulto non senza leggerezza (21 febbraio). C’è anche spazio per chi ha già maturato esperienze internazio­nali come Paletti (7 marzo), e se il nome non dice nulla a molti, si sappia che ha scritto per interpreti italiane celebri come Mina, e per uno tra i nuovi cantautori più apprezzati oggi, Colombre, vincitore dell’ultimo Premio Tenco.

Non mancano i bolognesi, come Altre di B e JoyCut, né nomi non alle prime armi. Come Federico Poggipolli­ni e Flavio Giurato, entrambi con un disco in uscita. Come si noterà, il programma è variegato.

La dimensione invece non cambia, ed è quella dell’informalit­à, della vicinanza con il pubblico, della relazione tra ospiti e contesto che li ospita. Insomma, interventi site specific, come si usa dire in questi casi.

La novità È nuovo l’accordo stretto con l’Accademia delle Belle Arti che permetterà ai suoi studenti di realizzare brevi video

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L’immagine Colombre sarà uno degli ospiti della rassegna di Genus Bononiae

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