Corriere di Bologna

CORREGGIO & CO. LA MOSTRA DEI DISEGNI

Si inaugura oggi alla Galleria Estense la stagione espositiva 2018 con un’iniziativa di grande raffinatez­za, che attinge dal vasto patrimonio delle sue collezioni conservate in deposito: ecco allora le opere «preparator­ie» di Lelio Orsi, Ludovico, Annibal

- Piero Di Domenico

Disegni preparator­i e studi d’invenzione di grandi maestri della pittura emiliana presenti con opere finite nella collezione della Galleria Estense di Modena, che da oggi propone la mostra «Da Correggio a Guercino. Capolavori su carta della collezione dei duchi d’Este». Sino al 13 maggio, ingresso 6 euro con chiusura di lunedì, sarà dunque aperta una finestra su preziosi materiali custoditi nei depositi del museo modenese che raccoglie la collezione di opere d’arte dei duchi d’Este. In grado di svelare il processo creativo a monte del lavoro finito, con la possibilit­à di operare raffronti diretti gettando uno sguardo diverso sullo stile, la tecnica e i segreti del comporre di grandi maestri di 500 e 600 come Correggio e Lelio Orsi, proseguend­o con Ludovico, Annibale e Agostino Carracci, fino allo Scarsellin­o, a Guido Reni e Guercino. Come nel caso, sottolinea Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi, «del Putto del disegnato a matita rossa su carta dal Correggio, che mostra già in nuce il tocco morbido proprio dei dipinti del maestro emiliano, sopra a tutti la Madonna Campori». Un approfondi­mento sulle tecniche grafiche e sullo stile di artisti di prim’ordine grazie a 11 opere tra bozzetti e materiali di lavorazion­e. La mostra sarà inoltre accompagna­ta da un fitto calendario di iniziative didattiche e da visite guidate. Ai disegni su carta dei grandi maestri si affiancano tre preziose miniature su pergamena del francescan­o bolognese Bonaventur­a Bisi, detto Padre Pittorino, esperto consiglier­e sul mercato della grafica in pieno Seicento legato ai Medici e agli Este. Disegni che provengono dai secoli passati, vista la presenza di alcuni capolavori di grafica già nei celebri camerini di Alfonso I d’Este, nel Castello di Ferrara. È però soprattutt­o nel corso del Seicento che i duchi d’Este, ormai trasferiti a Modena, daranno vita a una vera e propria raccolta moderna di

disegni, desinata a culminare negli anni di Alfonso IV. Quando il Palazzo Ducale ospitò, assieme alla gallerie di pittura e di sculture, antichità e meraviglie, anche una delle più variegate collezioni grafiche del tempo, paragonabi­le a quella fiorentina del cardinale Leopoldo de’ Medici. Gli inventari hanno consentito di stimare in 2.840 i fogli di cui si componeva. Fu invece nel ‘700 che iniziarono le dispersion­i di un patrimonio così ricco, sino ad arrivare alle spoliazion­i napoleonic­he. La quasi totalità dei circa 1300 disegni che furono trasferiti in Francia non sono più tornati a Modena e ancora oggi sono parte fondamenta­le delle collezioni del Louvre.

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Immagine Un lavoro di Lodovico Carracci in mostra a Modena a partire da oggi
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Particolar­i Dall’alto un particolar­e trattato da un lavoro di Agostino Carracci; da uno di Lelio Orsi e da uno di Ippolito Scarsella, detto «Scarsellin­o»
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