L’ANTIFASCISMO È UN TEMA SERIO
Antifa. Era la convocazione davanti alle scuole. È come se Berlusconi sventolasse l’Antico(munismo). Salvini l’Antim(migrati). D’Alema l’Antire(nzi). Il fascismo non è un twitter, figurati l’antifascismo. Lo tengano presente tutti quanti parlano di Forza Nuova e dei collettivi antagonisti che si scontrano con la polizia in nome dell’Antifa. Questione non di lessico. Di cultura. A Bologna nel centrodestra troppi la pensano come Giovanni Toti, presidente della Liguria: le manifestazioni, da Macerata a Piacenza a Bologna, servono solo ai «fascisti rossi». Ma Forza Nuova a Bologna in piazza Galvani con gli inni al Duce sapeva benissimo di provocare i collettivi. Opposti estremismi, decenni dopo. Come farsa. «Roberto Fiore se n’è andato — ha scritto Marco Imarisio, sul Corriere, del capo di Fn — sempre sorridendo, molto soddisfatto. Missione compiuta». L’Associated Press però ha titolato: «Anti-fascist demonstrators clash with police in Bologna». Anti-fascisti si scontrano con la polizia. Molti giornali stranieri hanno ripreso dispaccio e titolo e anche i collettivi possono intonare «Missione compiuta». Su questo ragionino ogni istante i fuoriusciti del Pd, da Bersani a Errani, che, oltre a chiedere una legge antifascismo contro Fn, scivolano in qualche bamboleggiamento sulla «manifestazione pacifica» dei collettivi. In piazza Galvani già concessa — piaccia o no — a Fn? Poi in Municipio, come sempre più spesso? Il sindaco Merola parla di «vittoria dell’ordine democratico». Sinistra lacerata. E aspettiamo martedì: torna a Bologna Matteo Salvini. Tutti inseguono ogni voto per le elezioni. Una differenza molto netta è però necessaria, per il bene della destra e della sinistra. L’antifascismo era quello davanti al Sacrario dei Partigiani. Mille persone, ma alcune decine di «provocatori» hanno bloccato Bologna. La prima volta in piazza Maggiore di Giorgio Almirante finì con un candelotto della polizia nel braccio contestante di un futuro giornalista Rai. Walter Vitali ebbe la testa rotta dai fascisti, gli universitari del Pci picchiarono reduci e nostalgici della Repubblica di Salò. Ai funerali per la strage della stazione, un servizio d’ordine Pci-Cgil tenne lontani gli antagonisti di allora. Tempi tragici. Di massa. Ora la foto è Filippo Berselli, notabile Msi-An-Berlusconi, che ieri girava con le bandiere di Casapound e musiche su una vecchia Land Rover bordeaux. Cappellino in tinta, dieci ragazzi in un banchetto a (non) raccogliere adesioni. Marcia trionfale per Radames nostrano.