Prodi riparte da Bologna
Non voterà Pd, ma «Insieme». Sul palco del Celebrazioni l’intesa con Gentiloni
Romano Prodi voterà la lista Insieme creata dal suo amico Giulio Santagata e dove sono confluiti anche Verdi e socialisti. Lo ha detto ieri al Teatro delle Celebrazioni al fianco del premier Paolo Gentiloni arrivato per sostenere la lista alleata al Partito democratico. Per il Professore, che disse di vivere in una tenda lontana dai dem, è probabilmente la prima volta in cui alle urne non voterà il partito di cui è considerato il padre nobile. Ma al tempo stesso la sua è una scelta di campo netta per il centrosinistra e contro la scissione degli amici di Leu che fanno un errore. «Noi siamo nati come Univo e quella resta la nostra ispirazione anche dopo vent’anni» ha detto il premier Paolo Gentiloni nel suo intervento.
Santagata «L’ultima fase di governo mi sembra molto positiva rispetto a dove eravamo arrivati. Il Paese ha bisogno di essere guidato più che comandato» Calvano «Il sostegno dell’ex premier al centrosinistra per noi è fondamentale. Lui resta uno dei fondatori dei Democratici e per noi questo è motivo di orgoglio» Il premier «Noi siamo nati come Ulivo per andare al governo e quella resta la nostra ispirazione anche vent’anni dopo. I sondaggi? I distacchi attuali restano colmabili
La cosa può essere vista da due punti di vista. Il primo: per la prima volta Romano Prodi non voterà il Pd, il partito di cui è stato l’ispiratore con la stagione dell’Ulivo. La seconda: arrivati al bivio, come fece già per il referendum costituzionale, sceglie il campo del centrosinistra e darà il suo voto alla lista Insieme, il rassemblement messo in piedi dall’amico di una vita Giulio Santagata insieme ai Verdi e ai socialisti. Era il progetto a cui aveva pensato all’inizio Giuliano Pisapia, che poi si è chiamato fuori.
Il coming out del Professore è avvenuto ieri al Teatro delle Celebrazioni all’iniziativa di Insieme che è stata chiusa dal premier Gentiloni che, a sua volta, ha ricevuto una vera e propria investitura per il futuro da Prodi e dai prodiani. «Oggi ho rotto un lungo silenzio — ha detto il Professore — perché mi sentivo in dovere di sottolineare l’importanza della scelta e il dovere di sostenere la coalizione di centrosinistra, e in particolare gli amici di Insieme perché portano avanti gli stessi valori che sono stati alla base dell’Ulivo e che io condivido: minore disuguaglianza e una forte presenza in Europa». Seduti nelle prime file ci sono il segretario regionale pd, Paolo Calvano, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini e il sindaco Virginio Merola.
In altri periodi l’accento sarebbe caduto sul fatto che Prodi non vota il Pd ma visti i tempi e i sondaggi che girano il gruppo dirigente del Pd tira un sospiro di sollievo perché la lista Insieme è alleata del Pd e i voti arrivano comunque a casa. Per i dem è importante che la lista voluta da Giulio Santagata prenda più dell’1% perché sotto quella soglia i voti si disperderebbero mentre sopra quella soglia arriverebbero al Pd. In cambio, la lista eleggerà con l’appoggio dei Dem alcuni candidati nei collegi sicuri come quello di Imola dove Insieme schiera Serse Soverini.
Avendo scelto il campo del centrosinistra, il Professore è tornato a bacchettare quelli di Liberi e Uguali che hanno dato vita ad un altro partito che è in competizione con il Pd: «Nei giorni scorsi mi sono pronunciato in modo sfavorevole verso gli amici della scissione: amici cari ma che hanno indebolito fortemente questo disegno. È così importante che la coalizione di centro-sinistra sia unita. Serve un contributo plurale per una vittoria comune».
Per tenere la lista Insieme sopra l’1% e magari anche ottenere qualcosa di più ieri si è mosso anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni che è arrivato al Teatro delle Celebrazioni. «Noi siamo nati come Ulivo sotto la leadership di Romano Prodi — ha detto il premier nel suo intervento conclusivo — e quella resta la nostra ispirazione». Sarà forse per il fatto che tutti i sondaggisti parlano del fattore Gentiloni come possibile via di recupero per il Pd che ieri il premier ha provato a tirare su il morale alla platea: «C’è un distacco di sei-sette punti rispetto al centrodestra nei sondaggi ma non esistono distacchi incolmabili. Le cose possono cambiare se lavoriamo con grande impegno per un centrosinistra che risolva i problemi del Paese».
Di sicuro se la platea ulivista che si è trovata a teatro ieri potesse esprimere un nome per un futuro governo farebbero quello di Gentiloni. Anche Giulio Santagata, vicinissimo a Prodi, non ha dubbi su questo: «L’ultima fase di governo mi sembra particolarmente positiva rispetto a dove eravamo arrivati. Si è capito che questo è un Paese che ha bisogno di essere guidato, non comandato».
Nei prossimi giorni sarà importante capire se l’annuncio del Professore ha avuto effetti sui sondaggi. Che non possono essere pubblicati, ma possono essere letti.