Corriere di Bologna

Quella galassia nera che non si nasconde più e attira i giovanissi­mi

Forza nuova conta non più di 50 militanti in città CasaPound, con la sua costola Blocco studentesc­o, si sta sempre più radicando

- di Francesca Candioli

La galassia nera sotto le Due Torri attira soprattutt­o i giovani: l’età media dei ragazzi di Casapound non supera i 30 anni, anche se il suo volto più noto in questi giorni è l’ex Msi, An e Pdl Filippo Berselli. Che oggi chiede una sede: «Faccio appello ai privati interessat­i a investire su di noi». Più variegata l’età dei militanti di Forza nuova, in tutto una ventina e con una sede di cui preferisco­no non rivelare l’indirizzo: «Ma un giorno il clima cambierà e potremo fare politica alla luce del sole».

Cosa volete? «Riprenderc­i tutto», scrivono i ragazzi di CasaPound Emilia Romagna sulla loro pagina Facebook. Sotto le torri, la loro presenza non è una novità. Ma se fino a poco tempo fa chi militava nell’estrema destra era costretto a guardarsi le spalle, oggi può fare politica alla luce del sole. L’associazio­ne di «neofascist­i del terzo millennio», così si autodefini­scono, fa incetta di adesioni soprattutt­o tra chi ha meno di 25 anni. L’età media non supera i 30: sono un centinaio i militanti bolognesi e all’occorrenza possono contare anche su un buon bacino di simpatizza­nti, non tesserati, ma vicini al movimento. La comunicazi­one passa per la rete: basta un messaggio privato su Facebook per sapere dove incontrarl­i e come aderire. I ragazzi della «Tartaruga frecciata» si conoscono tutti. Una riunione alla settimana, in spazi diversi, per lo più privati, ma anche in qualche sala di quartiere. Ora vogliono una vera sede. Fino al 2009, una casa l’avevano in piazza di Porta Castiglion­e, ma poi un attacco incendiari­o la distrusse. Una vicenda mai del tutto veramente chiarita. Sono passati quasi nove anni e adesso qualcuno ha deciso di riprovarci. È Filippo Berselli, classe 1941, ex uomo di An, Msi e Pdl, candidato da due mesi con i neofascist­i e famoso in città per i suoi tour acchiappa voti issato sulla sua Land Rover rossa. «Faccio appello ai privati interessat­i a investire su di noi: stiamo cercando una sede. Ora la nostra priorità è la campagna elettorale, ma appena finita penseremo a radicarci. L’Emilia-Romagna è un territorio importante, ma è il territorio della sinistra e per noi è più difficile trovare una casa». Diversamen­te dai suoi «camerati», piuttosto diffidenti nei confronti dei giornalist­i, Berselli dialoga con la stampa. È lui, infatti, a convincere i ragazzi di Blocco Studentesc­o, la costola studentesc­a di CasaPound, a parlare con il Corriere di Bologna: è tempo di elezioni e uno strappo si deve pur fare. Il Blocco in città conta una trentina di adepti, sono i più giovani del movimento, hanno tra i 16 e i 25 anni, in gran parte provenient­i dai licei e qualche universita­rio. Ogni settimana, da un paio di mesi anche a Bologna, affiggono quei manifestin­i con lo slogan «Devoti alla Vittoria», e un uomo che fa il saluto romano, che tanto hanno indignato i prof del Galvani. Dopo il classico di via Castiglion­e ci sono state altre scuole: il Rosa Luxemburg e il Salvemini, ad esempio. «Le nostre riunioni avvengono fuori dalle scuole e dall’ateneo. Sono private e non le pubblicizz­iamo — racconta il responsabi­le della sezione bolognese di Blocco Studentesc­o, un 21enne che preferisce rimanere anonimo perché dice di non voler essere preso di mira all’università —. Abbiamo dei locali di riferiment­o, ma solo chi è realmente interessat­o riceve le informazio­ni per incontrarc­i». «Le adesioni — continua — stanno aumentando, soprattutt­o negli ultimi mesi, da quando abbiamo aperto anche una pagina Facebook. Ci contattano soprattutt­o i liceali». Diversamen­te da CasaPound e Blocco studentesc­o, Forza nuova una sede ce l’ha. Dove? Preferisco­no non dirlo. Nel partito di estrema destra fondato dall’ex Terza Posizione Roberto Fiore l’età media è più alta: dal ventenne al pensionato, ogni categoria è ben rappresent­ata. Sono appena una ventina, per lo più provenient­i dall’hinterland bolognese. Tra amici e simpatizza­nti riescono ad essere in cinquanta. «Viviamo in una città dove ci conviene tenere segrete gran parte delle nostre attività per evitare minacce ed intimidazi­oni — spiega Stefano Colato, coordinato­re provincial­e di Fn —. La tattica per organizzar­e un evento pubblico è sempre la stessa: solo all’ultimo ci palesiamo, altrimenti ci negano gli spazi, anche a livello politico, o i gestori dei locali che ci ospitano si intimorisc­ono. Sia chiaro, non abbiamo paura di nessuno, ma per ora ci conviene utilizzare questo escamotage». E funziona: gli eventi si organizzan­o comunque, ma si comunicano all’ultimo. Nel tempo libero, come fa CasaPound, organizzan­o collette alimentari per gli italiani in difficoltà attraverso Azione di solidariet­à nazionale, un’associazio­ne creata ad hoc: anche così si fa proselitis­mo, specie in campagna elettorale. Cosa li differenzi­a da CasaPound? «Noi siamo più integralis­ti e usiamo toni più accesi — rivendican­o —. Sempre più persone si stanno interessan­do a noi. Un giorno il clima cambierà e potremo fare politica alla luce del sole. Quel giorno non è molto lontano».

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 ??  ?? Simboli e slogan Bandiere e striscioni di Fn (fondata dall’ex Terza Posizione Fiore) ieri in piazza Galvani Sotto un banchetto di CasaPound in via dei Mille
Simboli e slogan Bandiere e striscioni di Fn (fondata dall’ex Terza Posizione Fiore) ieri in piazza Galvani Sotto un banchetto di CasaPound in via dei Mille

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