Le donne al volante conquistano i bus
Le autiste sui bus salgono al 18% , sui taxi sono l’8. Tper: «Aumentate con loro le tutele per tutti»
Non si ferma l’onda rosa che ingentilisce il traffico cittadino: a Bologna cresce il numero delle donne al volante di autobus e taxi.
Rispettivamente oggi rappresentano il 18% e l’8% dei conducenti. La svolta al femminile ha portato a una flessibilità maggiore, di cui stanno beneficiando anche i colleghi uomini.
«L’aumento della componente femminile, oltre a dare un contributo importante per la crescita dei risultati conseguiti in questi anni dall’azienda — racconta il direttore di Tper, Paolo Paolillo — si è tradotto in un punto fondamentale sul piano delle maggiori tutele per tutto il nostro personale».
Penelope Pitstop ne sarebbe entusiasta: il traffico di Bologna si tinge di rosa. Aumentano le donne al volante di taxi e autobus. E il trend non accenna a mutare. Solo rispetto a quattro anni fa la percentuale di conducenti donne di bus è aumentata di due punti percentuale. Oggi nel bacino metropolitano di Bologna, su 1.317 «operatori d’esercizio» (questa è la qualifica dei conducenti), 241 sono donne. Negli ultimi due anni il 25% dei conducenti nuovi entrati in servizio è di sesso femminile (39 su 155). Ora le donne al volante sugli autobus cittadini rappresentano il 18%. La guida dei bus da parte delle donne è un fenomeno piuttosto recente: negli anni Settanta e Ottanta le percentuali relative alle neoassunte si aggiravano tra il 2% e il 3% del totale dei nuovi ingressi.
Il settore, tradizionalmente maschile, sta cambiando. Si nota anche sui taxi, la novità. Cotabo nel 2015 contava 29 autiste, tra collaboratrici e titolari di licenza, e nel 2017 erano già cresciute di 7 unità. Oggi rappresentano il 7,1% della torta. Cat oggi vanta 15 donne su 180 taxisti tra titolari e collaboratori: l’8,3%. Tre anni fa erano la metà. Giusto Cosepuri non registra variazioni significative negli ultimi anni (oggi alla guida di bus le donne sono 9 su 207, nel settore auto 7 su 184 e in quello merci 2 su 67).
In generale sembra essere stata la flessibilità del lavoro, con la diffusione del part-time, e le agevolazioni per le lavoratrici madri, a dare una spinta al cambiamento. Soprattutto alla guida dei bus.
In Tper, infatti, il part-time è utilizzato prevalentemente dalle donne (il 29% delle conducenti di bus è part-timer). Un’altra opzione è il cosiddetto turno «monogenitore», ovvero la possibilità per un autista che risulti unico genitore con figlio o figli a carico di età pari o inferiore agli 11 anni di ottenere turni compatibili con gli orari scolastici e agevolazioni sui turni festivi. Anche in questo caso, sono più le donne a fruirne. Per chi sta per diventare o è appena diventata mamma, l’azienda prevede l’astensione obbligatoria anticipata dall’inizio della gravidanza sino al termine di interdizione dal lavoro ovvero tre mesi dopo il parto ed è escluso il lavoro notturno fino all’anno del bambino. Riduzioni d’orario e turni ad hoc agevolano poi sia madri che padri per i periodi di allattamento.
«L’aumento della componente femminile, oltre a dare un contributo importante per la crescita dei risultati conseguiti in questi anni dall’azienda, si è tradotto in un punto fondamentale sul piano delle maggiori tutele per tutto il personale» commenta il direttore Tper Paolo Paolillo.
Un secolo fa Les Tramways de Bologna impresa che corrispondeva all’attuale Tper assunse 465 donne, ma come bigliettaie sui tram in sostituzione dei molti uomini al fronte. Le chiamavano «tranviere», ma staccavano biglietti. A Bologna si misero finalmente al volante nel 1971.
In quegli anni cominciarono a sedersi anche nel posto di guida dei taxi cittadini. Lo
scorso 31 gennaio è scomparsa Margherita Lolli, la prima taxista bolognese.
Irene Ballandi (nella foto in
bianco e nero a sinistra) fu una delle prime «tranviere» bolognesi: sostituì uno dei tanti uomini partiti per la Grande Guerra. Purtroppo, segno della subalternità della donna nel lavoro, il loro servizio come quello delle colleghe era a termine: dopo la guerra persero tutte il lavoro. Ma da quando si misero al volante, nel 1971, il numero delle donne alla guida non ha mai smesso di crescere. Una volta salite e non sono più scese.
Turni «rosa» La diffusione del parttime e le agevolazioni per le lavoratrici madri fanno la differenza