Il valore di Giungi
Ci sono persone di grande valore. Non sempre queste figure sono ricordate e onorate adeguatamente. Mi piace fare menzione di un grande luminare della medicina che chi ha l’età e buona memoria non può non ricordare: il prof. Franco Giungi. Sono passati diversi anni dalla sua scomparsa, ma né il Comune di Castel San Pietro, né l’azienda Asl hanno mai dato alcun segno di riconoscenza per chi come quest’uomo, ha messo a disposizione tutta la sua vita e il suo eccezionale sapere per la nostra comunità. Era un uomo burbero che nascondeva una dedizione per la propria professione straordinaria. Nel suo ospedale, quello di Castel San Pietro, si sapeva quando si entrava ma non quando si usciva, perché il suo imperativo era guarire o comunque di far uscire il paziente con una diagnosi che al 99% doveva essere certa. Quanto gli dobbiamo tutti! In una domenica del 1988, rinunciò al suo giorno libero e restò in ospedale per gestire la grave situazione da cui era affetto mio padre, che era gravissimo: due aneurismi addominali. La sua presenza gli allungò la vita di 10 anni. Quanto ha ragione Gino Strada quando sostiene che l’aziendalizzazione della sanità è una colossale bestemmia. Giungi è stato un illustre esponente della vecchia sanità, quella sanità che considerava i malati persone e non numeri. Propongo al Comune di Castel San Pietro l’intitolazione di una pubblica via e all’Azienda sanitaria la creazione di una borsa di studio o un intervento del Circondario Imolese.
Lo incontrai anni fa, a Bologna a pochi metri da casa sua, claudicante e con il bastone, un’immagine che mi strinse il cuore. Capii che il tramonto arriva per tutti. Notai però che sul suo capo c’era la stessa luce che lo aveva accompagnato tutta la vita: la luce del Sapere e della Conoscenza. Francesco Grandi, BOLOGNA