Il Piccolo di Milano produce Latini e gli attori di Leo
Il regista bolognese realizza «Il teatro comico» di Goldoni: «Non so se arriveremo anche qui»
C’è molta Bologna nella nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano. Martedì 20
Il teatro comico di Goldoni con la regia di Roberto Latini calcherà il palcoscenico della storica sala di via Rovello. L’attore risiede con la sua compagnia Fortebraccio Teatro nella nostra città, dove ha diretto alcune indimenticabili stagioni sperimentali al teatro San Martino, chiuse dalla politica. Nel cast hanno un ruolo centrale Elena Bucci, Marco Manchisi e Marco Sgrosso, che fecero parte del Teatro di Leo, la compagnia di de Beradinis fondata a Bologna. Al San Leonardo presentarono il memorabile Il ritorno di Scaramouche, un viaggio tra la Commedia dell’arte, Molière e la contemporaneità. Il programma di sala della nuova produzione contiene una lunga, approfondita intervista al
regista curata da Gerardo Guccini, professore del nostro Dams.
Il teatro comico è la prima delle 16 commedie nuove scritte da Goldoni nel 1750, come avvio della riforma che voleva eliminare l’improvvisazione e affermare la ragion d’autore e una rappresentazione reale dei caratteri, non più velati dalle maschere.
Scrive Latini nelle note di regia: «Alla metà del ‘700 Goldoni scrive una commedia che parla di teatro. È una cosa che ha il sapore di Pirandello quasi due secoli prima, sembra avere a che fare con il Novecento e con la sua capacità di riflettere su se stesso, da Artaud in poi, passando per Pirandello, Beckett, Pinter, Ionesco, Müller… Non è teatro nel teatro, è la coscienza del teatro». Raggiunto al telefono durante le prove, aggiunge: «Questo è un testo nella nostra lingua, non tradotto, con parole originali. È il manifesto di poetica da cui tutto inizia. Per me è anche una domanda su cosa sarebbe stato il nostro teatro senza Goldoni. Forse ci saremmo tenuti la maestria dei comici dell’arte: ma sarebbe bastata?». Il premio Ubu 2017 come miglior attore è entusiasta di recitare «su quel vero e proprio pirandelliano arsenale delle apparizioni che è il palco di via Rovello. E sono felice del dono di avere a che fare con gli attori di Leo, in uno “spazio della memoria” dal quale non possiamo prescindere».
Lo spettacolo, in scena fino al 25 marzo, andrà in tournée a Tunisi e Istanbul, e nella prossima stagione in Italia. Bologna? «Non lo so. Intanto a novembre la Soffitta mi dedicherà una personale. Si potranno vedere spettacoli che si sono fermati a Casalecchio e che non sono mai riusciti ad arrivare sotto le Torri».