Corriere di Bologna

Caro Erick, anche no

Pulgar segna il gol vincente all’88’ e fa segno «state zitti» ai tifosi che avevano fischiato un Bologna inguardabi­le All’intervallo sull’1-1 proteste e inviti alla squadra a reagire Il Sassuolo controlla il gioco ma non punge e viene punito Saputo va a c

- di C. Beneforti, A. Mossini, F. Pellerano

Pulgar come Verdi, il suo gol su punizione al minuto 88 di una domenica finita bene è come una manna piovuta dal cielo per un Bologna che ha confeziona­to un’altra partita gonfia di affanni e errori sia da biro rossa sia blu. Con i suoi tifosi che alla fine del primo tempo hanno fischiato con forza la squadra, poi sono stati in silenzio per una quindicina di minuti come se avessero deciso di fare sciopero e successiva­mente hanno invitato tutti a giocare con più rabbia e intensità, ma potete immaginare quello che abbiano urlato di preciso.

E pensare che il Bologna era partito forte, fabbricand­o tre occasioni da gol prima di segnarlo con Poli, ma poi ancora una volta si era smarrito, consentend­o al Sassuolo di prendere via via sempre più campo e di firmare con Babacar la rete del pareggio. Da questi attimi è cominciata la contestazi­one della gente, poca per il tempo inclemente e perché questo Bologna è stato un pianto nelle ultime settimane. Tutto questo è accaduto davanti a Lino e Joey Saputo presenti in tribuna e la notizia è che per la prima volta da quando è presidente, la curva non gli ha regalato neanche un coro, anzi ha evidenziat­o tutto il suo malessere per gli spettacoli poco costruttiv­i recitati negli ultimi tempi dal Bologna. Morale: di sicuro ora faranno più fatica a raccontarg­li che tutto va bene e che la città aspetta con pazienza e fiducia che il Bologna cresca per quello che è il presunto progetto tecnico. Parliamoci chiaro, forse neanche Saputo si sarebbe mai aspettato di vivere una domenica tanto piena di veleni per quella è stata (appunto) la disapprova­zione di una larga fetta di Bologna. E meno male che al Bologna è girata bene, perché anche in caso di pareggio sarebbero arrivati altri fischi, con la squadra che sarebbe entrata in un tunnel ancora più buio, anche se la zona a rischio sarebbe rimasta decisament­e lontana.

Detto che il gol su punizione di Pulgar (quel dito alzato per invitare tutti a fare silenzio avrebbe dovuto risparmiar­selo) è stato figlio di un fallo di Goldaniga che non c’era e che a quel punto aveva molto più il gol in canna il Sassuolo, va aggiunto che nella seconda parte il Bologna ha avuto addosso la paura di sbagliare e addirittur­a di perdere di nuovo, il che lo ha portato a giocare sempre con ansia e di conseguenz­a con poca lucidità, essendosi accorto che il lenzuolo restava sempre corto. Nel senso che attaccava e si scopriva dietro, rimaneva basso e non arrivava mai a tirare.

Donadoni ha provato a rivisitare il sistema di gioco di partenza, prima costruendo con Avenatti un 4-3-3 anomalo con Di Francesco largo e

due attaccanti centrali e poi un 4-4-2 con Krejci al posto di Dzemaili, ma il copione non è cambiato, e solo il Sassuolo gli ha consentito di continuare a vedere la luce. Perché se da una parte la squadra di Iachini ha sofferto poco dietro, da un’altra non ha avuto la forza per mettere sotto il Bologna, quando avrebbe potuto farlo solo con qualche dose di convinzion­e in più. E così alla fine ha pagato anche quello che è stato l’errore di Tagliavent­o.

Questa vittoria il Bologna deve incartarla e portarla a casa dopo averla letta bene, guai se non tenesse conto di come ha giocato male. Ora potrà essere più tranquillo, riavrà Palacio e presto anche Verdi, di conseguenz­a ha il dovere di costruire spettacoli quanto meno più divertenti.

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 ??  ?? Nella foto grande Poli segna il gol dell’1-0; in basso, il presidente rossoblù Joey Saputo e la moglie Carmie in tribuna al Dall’Ara con il papà Lino Il match
Nella foto grande Poli segna il gol dell’1-0; in basso, il presidente rossoblù Joey Saputo e la moglie Carmie in tribuna al Dall’Ara con il papà Lino Il match
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