Quei 15 minuti di «sciopero» della curva
Tifosi stufi della mediocrità, curva in sciopero per un quarto d’ora, fischi e cori per svegliare i giocatori
Tre punti tra fischi e contestazioni. La vittoria finale non può cancellare un pomeriggio da lupi al Dall’Ara: non è solo questione di meteo, con pioggia e umidità che hanno fatto preferire a molti il divano, ma è semplicemente la cronistoria di una saturazione che ha portato a oltre un’ora di fischi e mugugni. Il dato ufficiale è di 16.271 presenti ma di fronte alla famiglia Saputo al gran completo (Joey, la moglie Carmie e i genitori Lino e Mirella, oltre al consigliere Marsilii e a uno dei soci minori Kang) ci saranno state sì e no diecimila persone, record negativo dai tempi della B: il diluvio, certo, ma anche la qualità degli spettacoli recenti non ha aiutato. Anche il numero ufficiale è comunque il dato peggiore della stagione (lo scorso anno fu 16.998 contro la Samp) e abbasserà la media finora attestata a 21.650 spettatori.
Nei distinti non si sarà arrivati a duemila unità, in San Luca i presenti si contavano sulle dita di una mano e a un certo punto le presenze sono diminuite sensibilmente anche in Andrea Costa, dato che a inizio ripresa il settore che già presentava ampi vuoti nel primo tempo si è ulteriormente svuotato: quindici minuti di sciopero quasi improvvisato, come fosse un gesto simbolico di alcuni gruppi contro la prestazione, prima di rientrare e di provare ad incitare la squadra al 60’. Una forma di protesta arrivata dopo i fischi del primo tempo, con annessi diversi cori che invitavano i giocatori a tirare fuori gli attributi. Nel secondo tempo la situazione ambientale si è fatta ancora più complicata: ogni retropassaggio, ogni giocata sbagliata, ogni amnesia difensiva veniva sottolineata con una colonna sonora di fischi e improperi a vario titolo, di tifosi peraltro inzuppati da due ore d’acqua incessante che dopo il 2-1 di Pulgar si sono pure dovuti beccare il ditino irriverente del cileno. Una rivolta civile ma decisa quella del pubblico, arrivata per una volta proprio di fronte al chairman che ha potuto toccare con mano il sentimento legato ad un Bologna incapace di elevarsi dalla mediocrità che lo sta circondando: per la prima volta da quando è proprietario del Bologna, dalla curva non si è alzato nemmeno un coro per Saputo che dopo la partita ha detto a Donadoni in spogliatoio che tornerà in città quanto prima.