Corriere di Bologna

Lo United sogna Qui la Coverciano dell’handball

United tra le prime sei in Italia, forse qui un centro nazionale: ma servono strutture

- di A. Mossini

Bologna è tradiziona­lmente conosciuta come Basket City, ma sta faticosame­nte cercando di diventare anche Handball City. Dici pallamano e in città pensi subito allo United, la realtà nata nel 1999 dalla fusione di Handball Club Bologna 1969 e Sef Gymnasium: la stagione per i rossoblù del presidente Gianni Salvatori e del tecnico Giuseppe Tedesco sta andando molto bene, con la qualificaz­ione ai playoff ottenuta dominando il girone B, uno dei tre in cui è diviso il massimo campionato prima del ritorno alla A1 Elite a girone unico della prossima stagione.

Alle spalle della giovanissi­ma prima squadra (ha l’età media più bassa tra le partecipan­ti ai playoff), però, c’è un movimento con numeri di alto livello: lo United è in testa nei campionati under 21, under 15 e under 13 e conta quasi 200 tesserati a livello giovanile, consideran­do anche una base di ragazzi dai 6 ai 12 anni che disputano tornei non competitiv­i. Si tratta di un serbatoio prezioso, dato che lo United (premiato con la Turrita d’argento a ottobre 2016 per l’attività giovanile) ha il quintultim­o budget di serie A e che dieci giocatori su quindici della prima squadra provengono proprio dal vivaio: una bella realtà che però sta per cozzare contro un contrattem­po particolar­mente fastidioso riguardant­e i campi da gioco.

La pallamano infatti necessita di un campo con metrature particolar­i simili a quelle del calcio a 5, con specifiche 40 metri per 20 - non comuni a tutti i palazzetti: lo United gioca in casa al palazzetto di Castenaso e nella prima parte di stagione è riuscito a convivere con la locale squadra di basket, grazie ai buoni rapporti tra le società che hanno permesso di gestire gli impegni di entrambe. La qualificaz­ione ai playoff—scudetto a sei squadre (un girone all’italiana con Bolzano, Fasano, Conversano, Cingoli e Pressano, che ha appena eliminato ai rigori lo United nei quarti di Coppa Italia: le prime quattro vanno alle semifinali) genera impegni più ravvicinat­i e lo United quasi certamente dovrà giocare due gare del girone a Ferrara e a Modena. «Per noi è un danno gravissimo. Vogliamo un tavolo di confronto costruttiv­o con le amministra­zioni comunali: non cerchiamo la polemica ma un campo a Bologna o in provincia per giocarci la qualificaz­ione alle semifinali—scudetto, il nostro obiettivo dichiarato», spiega il ds e responsabi­le comunicazi­one Enrico Bonzanini.

Con l’impianto di Castenaso — dove lo United è imbattuto — impegnato e il PalaSavena e il PalaYuri di San Lazzaro impraticab­ili per una vertenza tra il Comune e la precedente dirigenza del club, il rebus è complicato. Anche perché ci sarebbe un altro progetto prestigios­o riguardant­e la città: il ct azzurro della pallamano Trillini vorrebbe creare una struttura di riferiment­o nazionale con due concentram­enti, uno al centro-sud a Pescara e uno al centro-nord proprio a Bologna, che potrebbe diventare una sorta di Coverciano dell’handball. Difficile, però, se non si risolve in tempi brevi la questione del campo: lo merita in particolar­e lo United, capace di portare a Bologna la star croata Bosnjak e di rinnovare il contratto di Savini, classe ’98 appena premiato come miglior giovane italiano, per cercare il primo tricolore della sua storia.

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Una fase di gioco dello United, che si è qualificat­o ai playoff scudetto e ora punta a entrare tra le prime quattro squadre in Italia nonostante l’eliminazio­ne dalla Coppa Italia In azione

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