Donadoni abbraccia la sua squadra «Vittoria preziosa, più del gioco»
Il tecnico: «A volte fai bene ma perdi ed è la catastrofe. Stavamo raccogliendo troppo poco»
Roberto Donadoni sta con i suoi ragazzi. In campo il tecnico si è sbracciato, ha rimproverato, si è perfino scagliato contro Poli per una palla persa nel finale che poteva costare caro — salvo poi abbracciarsi all’arrivo in spogliatoio — ma di fronte ai microfoni il merito della vittoria va interamente al gruppo. «È una vittoria importante, visto anche il momento che stiamo vivendo. Non abbiamo accettato il pareggio, è stato l’aspetto determinante e dico bravi ai miei giocatori: sono contento e orgoglioso di loro, sono tre punti che i ragazzi si meritano, perché ultimamente avevamo raccolto poco anche facendo buone gare».
In questo caso è accaduto il contrario, con il Sassuolo più volte vicino al 2-1 e il Bologna suonato e chiuso all’angolo che azzecca il pugno della domenica con Pulgar. Contava vincere ed è l’unico aspetto davvero positivo della giornata: «Quando l’atmosfera è positiva ti può aiutare, se ti porti dietro risultati negativi subentra un timore eccessivo. Ci mancavano anche giocatori importanti, ma è stato importante lo spirito». Il contesto di mediocrità resta tale — e la partita ne è stata l’immagine — ma se non altro si è spezzata la serie di sconfitte e i rossoblù si sono allontanati dal pantano: «Guardiamo sempre avanti e mai indietro — afferma il tecnico — tra noi e il decimo posto ci sono 3 o 4 punti che possiamo recuperare».
Arriva poi il momento di entrare nel dettaglio sulle scelte e di parlare delle valutazioni sui singoli: Pulgar e Destro («Ha fatto la sua parte in modo egregio») si beccano i complimenti dell’allenatore, mentre l’esclusione di Orsolini è una scelta puramente tecnica. «Ha giocato Falletti perché anche lui si allena con intensità e impegno e volevo vederlo», spiega Donadoni, decisamente più convincente quando spiega che nel corso della partita i portieri sono stati determinanti e Mirante ha avuto la meglio su Consigli. La difesa rossoblù, infatti, ha sbandato di nuovo: «La distanza tra le linee non ha agevolato il lavoro della nostra difesa, abbiamo concesso troppo spazio alle loro punte nell’uno contro uno e in particolare la poca compattezza non ha facilitato i centrali».
Si sono visti tre moduli, dal 4-3-3 al 4-3-3 spurio con due punte vicine e Di Francesco largo, fin al 4-4-2 finale: la costante è stata la povertà della manovra che ha generato anche parecchi malumori da parte del pubblico presente al Dall’Ara. Sul tema, però, Donadoni azzarda un dribbling tipico di quando giocava nel Milan:«Mi interessa poco parlarne, mi interessa più che la squadra lavori in un certo modo e da quel punto di vista non si può appuntare nulla al gruppo. Poi ognuno fa le sue valutazioni, ma io su quelle non metto becco: non abbiamo fatto una buonissima partita, sono d’accordo, ma a volte con i tre punti tutto passa in secondo piano, mentre in altre occasioni giochi buone partite, perdi e diventa una catastrofe».
In giornate da lupi come quelle di ieri, meglio fare gruppo e cercare di rimanere compatti verso l’esterno perché il giudizio del pubblico — nonostante la vittoria finale — è stato decisamente impietoso.
Non abbiamo accettato il pareggio e dico bravi ai miei giocatori: sono orgoglioso di loro, sono tre punti che meritano