Corriere di Bologna

Donadoni abbraccia la sua squadra «Vittoria preziosa, più del gioco»

Il tecnico: «A volte fai bene ma perdi ed è la catastrofe. Stavamo raccoglien­do troppo poco»

- Alessandro Mossini

Roberto Donadoni sta con i suoi ragazzi. In campo il tecnico si è sbracciato, ha rimprovera­to, si è perfino scagliato contro Poli per una palla persa nel finale che poteva costare caro — salvo poi abbracciar­si all’arrivo in spogliatoi­o — ma di fronte ai microfoni il merito della vittoria va interament­e al gruppo. «È una vittoria importante, visto anche il momento che stiamo vivendo. Non abbiamo accettato il pareggio, è stato l’aspetto determinan­te e dico bravi ai miei giocatori: sono contento e orgoglioso di loro, sono tre punti che i ragazzi si meritano, perché ultimament­e avevamo raccolto poco anche facendo buone gare».

In questo caso è accaduto il contrario, con il Sassuolo più volte vicino al 2-1 e il Bologna suonato e chiuso all’angolo che azzecca il pugno della domenica con Pulgar. Contava vincere ed è l’unico aspetto davvero positivo della giornata: «Quando l’atmosfera è positiva ti può aiutare, se ti porti dietro risultati negativi subentra un timore eccessivo. Ci mancavano anche giocatori importanti, ma è stato importante lo spirito». Il contesto di mediocrità resta tale — e la partita ne è stata l’immagine — ma se non altro si è spezzata la serie di sconfitte e i rossoblù si sono allontanat­i dal pantano: «Guardiamo sempre avanti e mai indietro — afferma il tecnico — tra noi e il decimo posto ci sono 3 o 4 punti che possiamo recuperare».

Arriva poi il momento di entrare nel dettaglio sulle scelte e di parlare delle valutazion­i sui singoli: Pulgar e Destro («Ha fatto la sua parte in modo egregio») si beccano i compliment­i dell’allenatore, mentre l’esclusione di Orsolini è una scelta puramente tecnica. «Ha giocato Falletti perché anche lui si allena con intensità e impegno e volevo vederlo», spiega Donadoni, decisament­e più convincent­e quando spiega che nel corso della partita i portieri sono stati determinan­ti e Mirante ha avuto la meglio su Consigli. La difesa rossoblù, infatti, ha sbandato di nuovo: «La distanza tra le linee non ha agevolato il lavoro della nostra difesa, abbiamo concesso troppo spazio alle loro punte nell’uno contro uno e in particolar­e la poca compattezz­a non ha facilitato i centrali».

Si sono visti tre moduli, dal 4-3-3 al 4-3-3 spurio con due punte vicine e Di Francesco largo, fin al 4-4-2 finale: la costante è stata la povertà della manovra che ha generato anche parecchi malumori da parte del pubblico presente al Dall’Ara. Sul tema, però, Donadoni azzarda un dribbling tipico di quando giocava nel Milan:«Mi interessa poco parlarne, mi interessa più che la squadra lavori in un certo modo e da quel punto di vista non si può appuntare nulla al gruppo. Poi ognuno fa le sue valutazion­i, ma io su quelle non metto becco: non abbiamo fatto una buonissima partita, sono d’accordo, ma a volte con i tre punti tutto passa in secondo piano, mentre in altre occasioni giochi buone partite, perdi e diventa una catastrofe».

In giornate da lupi come quelle di ieri, meglio fare gruppo e cercare di rimanere compatti verso l’esterno perché il giudizio del pubblico — nonostante la vittoria finale — è stato decisament­e impietoso.

Non abbiamo accettato il pareggio e dico bravi ai miei giocatori: sono orgoglioso di loro, sono tre punti che meritano

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Sollevato Roberto Donadoni sorvola sulla qualità del gioco: l’importante, per il tecnico, erano i tre punti che hanno permesso di smuovere la classifica ferma da tre giornate. Determinan­te, secondo l’allenatore, anche la prestazion­e di Mirante:...

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