Via blindata, zero scontri CasaPound parla da sola
Di Stefano all’attacco sullo ius soli. Merola: «Sarà una martellata democratica per questi fascistelli»
«Non rinneghiamo il fascismo», dice il leader di CasaPound, Simone Di Stefano. «Fascistelli a cui dare martellate democratiche con lo ius soli», commenta Merola. Via blindata per il comizio in hotel, ma niente scontri.
«Noi il fascismo non lo rinneghiamo». Sono da poco passate le dieci del mattino e mancano diverse ore dal comizio milanese di CasaPound, quando il leader nazionale del partito Simone Di Stefano arriva sotto le Torri e dice chiaro e tondo come la pensa. Parole che porteranno la sinistra, in particolare l’esponente di Liberi e uguali Vasco Errani, a proporre lo scioglimento delle sigle di estrema destra con una nuova legge e a far luce su chi li finanzia. Ma Di Stefano è convinto che rivendicare il fascismo non voglia dire violare le leggi che ne vietano l’apologia. «Il fascismo è una dottrina politico sociale che non è esattamente una dittatura o uno Stato totalitario. Noi non siamo per lo stato totalitario, non vogliamo sopprimere la democrazia. Ci piace che tutti possano liberamente votare ed esprimersi. Lo Stato che immaginiamo si realizza compiutamente all’interno della Costituzione e della democrazia».
Fuori una decina di blindati delle forze dell’ordine a blindare gli accessi in entrata e in uscita di via Boldrini, dove si trova l’hotel Europa scelto da circa duecento neofascisti per il loro appuntamento elettorale. C’è Di Stefano, il candidato alla Camera Filippo Berselli, il coordinatore regionale Pierpaolo Mora e un altro volto noto del centrodestra bolognese, l’ex consigliere regionale del Pdl Alberto Vecchi. «La città è blindata perché esistono centri sociali violenti, anonimi, che con atti criminali cercano di impedire lo svolgimento della campagna elettorale agli altri partiti. Non è nostra responsabilità, ma di chi tiene in vita queste organizzazioni criminali che andrebbero sciolte», attacca ancora Di Stefano. Ma questa volta, a differenza di venerdì scorso con Forza nuova in piazza Galvani, fuori dall’albergo non c’è nessuno a contestare. Tutte le proteste contro CasaPound si concentrano a Milano, dove il clima è più teso e non mancano gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti. E così dopo un paio di ore Di Stefano può salutare i neofascisti bolognesi e raggiungere il capoluogo lombardo, non prima però di mandare un messaggio ai prossimi parlamentari: «Se i traditori della nazione faranno lo ius soli voleranno le sedie in Parlamento e li andiamo a cercare alla buvette». Infine un ultimo messaggio indirizzato al sindaco di Bologna Virginio Merola, intenzionato con un provvedimento a vietare gli spazi pubblici ai neofascisti. «Dire che dobbiamo rinunciare al fascismo è anticostituzionale. Il Comune può chiederci di rispettare la legge Scelba o Mancino, non di firmare una vaga dichiarazione di principi. Altrimenti andiamo al Tar».
Di fronte alle frasi di Di Stefano Merola non si perde d’animo e replica con sarcasmo. «Stanno venendo fuori i fascistelli, ma noi gli dobbiamo dare delle martellate democratiche. Ad esempio votando lo ius soli». Anche il candidato del Pd Andrea De Maria ribadisce il suo impegno qualora venisse riconfermato alla Camera: «Possono minacciare quanto vogliono, ma sappiano che nella prossima legislatura voterò convintamente lo ius soli». Ma è in generale tutto il centrosinistra a insorgere. A partire da Errani, candidato di Leu al Senato. L’ex governatore torna a chiedere al prossimo Parlamento un’iniziativa legislativa per lo scioglimento di queste forze, ma anche di individuare i nomi di chi paga l’estrema destra. ««È chiaro che è in atto una provocazione, una rincorsa alla provocazione. Qui ci vuole una legge che risolva e applichi la Costituzione», sostiene. E poi, aggiunge, «bisogna fare luce su chi finanzia CasaPound e Forza nuova». Giovanni Paglia, anche lui candidato per Leu, interviene a difesa dei collettivi antifascisti: «Io di organizzazione criminale vedo solo CasaPound, a cui colpevolmente si è consentito di partecipare alle elezioni».
Errani È in atto una rincorsa alla provocazione, serve una legge che risolva e applichi la Costituzione, poi bisogna fare luce su chi li finanzia De Maria Possono minacciare quanto vogliono, ma sappiano che nella prossima legislatura voterò convintamente lo ius soli Per strada In via Boldrini un cospicuo schieramento di agenti, ma non ci sono state proteste