Quel timore di un Paese senza leader Zuppi: finita l’ideologia servono ideali
LA PRESENTAZIONE IL LIBRO DEL DIRETTORE FONTANA
«Non può finire così — dice l’arcivescovo Matteo Zuppi — è il messaggio di papa Francesco e del presidente della Cei. Lo ricordo partendo da questa città: serve l’orgoglio della bolognesità, qui dove è nata la prima Università europea». Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, guarda l’arcivescovo e commenta: «”Non può finire così” era il primo titolo proposto alla Longanesi. Me lo hanno bocciato come… ispirazionale. Credo avessero ragione». «I leader non ci sono perché partiti e sindacati vogliono continuare a comandare con le loro strutture. Sempre quelle, anche se sempre più deboli. E i leader non vengono prodotti o sono distrutti subito», scuote la testa Fabio Roversi Monaco.
È una fotografia durissima quella che in questo gelido sabato sera appare nel salone dell’Archiginnasio. Si presenta il libro di Fontana, quel
Un Paese senza leader che (forse?) vale anche per la città-Paese di Bologna. Il politologo Angelo Panebianco racconta un’Italia che a differenza della Germania non è mai riuscita a darsi, dalla macerie della Guerra, istituzioni di governo forti. «Una signora l’ho sentita paragonare il possibile Sì al referendum istituzionale alla Marcia su Roma».
Zuppi sembra l’Angelo dell’Apocalisse. Per i cristiani la distruzione apre alla resurrezione: ispirazionale, nonostante tutto. «Siamo sull’orlo del burrone. Era la grande preoccupazione di Giovanni Paolo II nella Preghiera per l’Italia e ora di papa Francesco. È il male oscuro di cui parla Fontana. Si rischia di diventare il Gran Ducato di Modena. Grande, Ducato e finito. Il rischio vero è che finita l’ideologia siano finiti anche gli ideali. Abbiamo una responsabilità verso i nostri padri che ce li hanno tramandati e verso i nostri figli. La Chiesa non si può tirare indietro. Finito il collateralismo, senza nessuna nostalgia, non è finita la responsabilità dei cristiani. Serve una scelta forte per non precipitare nel tunnel da cui non si potrà uscire. Una buona politica».
Nella sala piena lo ascoltano gli imprenditori Marino Golinelli e Stefano Borghi, Andrea Babbi della Confcommercio, scelto da Zuppi come presidente della Petroniana Viaggi. Unico politico l’ex, da decenni, Aldo Bacchiocchi. L’unica traccia della Bologna pubblica è l’ex presidente della Fiera e di quella di Parma Franco Boni, venuto da Reggio Emilia. Enrico Franco, direttore de Il Corriere di Bologna, racconta di come Fontana tratti Romano Prodi: «Non comprese bene le strategia di Bertinotti e D’Alema. O forse pensava di controllarle».
«Berlusconi e Prodi — spiega Fontana — nel loro primo ciclo furono gli ultimi ad avere una forte investitura popolare». «Il leader — dice — è colui che ha una visione, un progetto, una classe dirigente diffusa, una sintonia con gli elettori. E lascia un’impronta riformatrice». La copertina e i disegni di Giannelli dipingono invece un’accozzaglia.