Sui tasti di Mustonen suona anche Sibelius
Stasera al Comunale il musicista e direttore d’orchestra
«Io non sono sposato con l’orchestra, io sono il suo amante». Confidenza di Jan Sibelius, compositore che è stato anche un amante della propria terra: la Finlandia.
Finlandese Sibelius e finlandese anche Olli Mustonen, pianista e direttore protagonista stasera alle 20.30 alla sala del Bibiena del nuovo appuntamento della stagione sinfonica del Teatro Comunale. Seduto alla tastiera nella prima parte del programma per il Quinto concerto per pianoforte di Ludwig van Beethoven, più noto come Imperatore, Mustonen sarà invece in piedi sul podio per due pagine del connazionale Sibelius: l’ultima parte del poema sinfonico Finlandia e la Quinta
Sinfonia. Duplice l’impegno dell’interprete che nella scorsa stagione debuttava in un programma con l’Orchestra del Teatro Comunale dove un anno fa presentava anche una propria composizione
«Io sono un uomo d’orchestra. Bisognerà infatti giudicarmi dai miei lavori sinfonici — aveva dichiarato un giorno Sibelius ad una amico — Potrei parlare dell’orchestra tutti i giorni per un anno senza esaurire il soggetto. Ci sono infiniti modi di trattare questa grande massa. Chiunque può apprendere al Conservatorio le leggi comuni dell’orchestrazione, ma siamo ancora molto lontani dalla vera e propria strumentazione». Infine la raccomandazione «Non scrivete nulla senza avere l’esatta cognizione di come suonerà». Arrendersi alla natura è stato il segreto di Jan Sibelius, che ha vissuto una vita lunghissima a cavallo tra due secoli, lontano dai clamori delle avanguardie del Novecento. Alberi o acque della Finlandia possano trovare un riflesso sul pentagramma. Il grande freddo ha consentito a Sibelius di conservare la sua arte in splendido isolamento, perché niente potesse metterne a repentaglio l’integrità o ne alterasse l’essenza, ancora oggi capace di sprigionarsi, all’ascolto delle sue pagine sinfoniche
La Finlandia è anche la terra dei miti e delle saghe trasfuse nella scrittura sinfonica di Sibelius, che mette a frutto il suo apprendistato eccentrico, segnato da un amore per le arti plastiche altrettanto forte di quello per la musica, tanto da pensare di poterle, idealmente, fondere insieme.