Corriere di Bologna

Il Tar boccia il locale ribelle «Deve impedire gli schiamazzi»

- Giordano

Il Tar boccia il ricorso dell’oste di via Petroni contro l’ordinanza di chiusura anticipata per gli schiamazzi. E passa la palla a prefetto e pm.

Il giudice Il prefetto valuti misure per tutelare l’interesse pubblico di via Petroni per la persistent­e situazione di degrado, la Procura eventuali reati per aver favorito gli assembrame­nti ignorando l’ordinanza del Comune

A ordinanza ormai scaduta arriva una brutta bocciatura per il Cucchiao d’Oro di via Petroni e gli altri locali che non si impegnano a evitare gli assembrame­nti di clienti in strada, alimentand­o così il rumore che non dà tregua ai residenti della zona. A richiamare i gestori alle proprie responsabi­lità è la sentenza con la quale la seconda sezione del Tar presieduta dal giudice Giancarlo Mozzarelli — lo stesso magistrato che nelle settimane scorse è stato al centro dell’attenzione dopo la «denuncia» di una praticante legale alla quale sarebbe stato chiesto di togliere il velo in aula — ha rigettato il ricorso presentato dall’osteria Cucchiaio d’Oro contro il provvedime­nto del Comune che per 4 mesi ne ha limitato l’apertura fino alle 19: l’ordinanza di Palazzo d’Accursio ha riguardato anche l’Absolute Café di via Petroni ed è durata dal 25 ottobre al 28 febbraio.

Il gestore del Cucchiaio d’Oro aveva subito impugnato la decisione dell’amministra­zione e qualche giorno fa ha ricevuto il responso: una doccia fredda anche perché il Tar ha deciso di interpella­re Tribunale del Lavoro, Procura e Prefettura per una serie di criticità riscontrat­e. In particolar­e al prefetto Matteo Piantedosi vengono chieste «valutazion­i organizzat­ive per tutelare l’interesse pubblico di via Petroni a causa della persistent­e situazione di degrado nelle ore serali e notturne, non solo del fine settimana».

Ma partiamo dalle verifiche dei vigili urbani, che il 12 e il 13 ottobre 2017 avevano fatto pattugliam­enti in via Petroni riscontran­do «azioni e omissioni causa di problemati­che di sicurezza urbana»: cioè schiamazzi e assembrame­nti che bloccano strada e portici. Problemi, secondo il Tar, che per il Cucchiao d’Oro erano dovuti anche al fatto di servire alcolici a chi non trovava posto dentro l’osteria e che utilizzava le auto parcheggia­te come tavolino. Viene segnalata nella sentenza anche la mancanza di qualsiasi tipo di azione per evitare i raggruppam­enti di clienti o tentativi di «sensibiliz­zarli» al silenzio. Ma c’è di più, perché l’intera documentaz­ione è stata mandata al Tribunale del Lavoro per accertamen­ti sul fatturato del locale e i contratti di lavoro. Alla Procura, invece, per valutare ipotesi di reato alla luce del mancato rispetto dell’ordinanza (il 27 e 28 ottobre 2017) quando il titolare per protestare contro il Comune aveva deciso di rimanere aperto oltre le 19, ma anche per capire se sia ipotizzabi­le la violenza privata, anche in concorso, per aver favorito gli assembrame­nti.

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