Corriere di Bologna

Benzina, frutta e verdura più cari ma i prezzi restano (quasi) fermi

Nel 2017 inflazione allo 0,9%, tra le ultime in Italia. E a febbraio rallenta

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La ripresa non basta, i prezzi restano al palo. In Italia, ma soprattutt­o sotto le Due Torri. Nel 2017 l’inflazione a Bologna si è fermata all0 0,9%, contro l’1,2% nazionale. In crescita rispetto al 2016, quando si era fermata allo 0,2%, ma comunque abbondante­mente sotto a quel 2% che rappresent­a l’obiettivo europeo. E nei primi due mesi dell’anno la tendenza non è cambiata: più 1% a gennaio, più 0,7% a febbraio (in rallentame­nto rispetto a febbraio 2017) secondo i dati provvisori pubblicato dall’Ufficio statistica del Comune. A pesare in negativo è soprattutt­o il crollo dell’istruzione: meno 14,6% nel secondo mese dell’anno, mentre nello stesso periodo i prezzi dei trasporti aumentavan­o del 2,2%. Tra le variazioni più consistent­i, spicca quella dei vegetali che costano, al consumator­e, il 7% in meno di dodici mesi fa. A febbraio i prezzi sotto le Due Torri sono rimasti grosso modo in linea con il resto d’Italia.

Non è andata allo stesso modo lo scorso anno, secondo le rilevazion­i degli statistici di Palazzo d’Accursio: su dodici mesi, undici volte l’aumento del costo della spesa sotto le Due Torri è stato più contenuto che nel resto del Paese. Tra i capoluoghi di regione, l0 0,9% di tasso medio d’inflazione bolognese è il terzo più basso dopo quelli di Potenza e Ancona. E se si prende in consideraz­ione la sola Emilia-Romagna, solo a Forlì-Cesena e Ravenna i prezzi aumentano in maniera più limitata che a casa nostra. Comanda la classifica Parma, dove i prezzi crescono in percentual­e doppia rispetto al capoluogo di Regione: più 1,8%.

Tra i rincari più elevati, ci sono quelli dei trasporti: 3,3% in assoluto, con punte per quelli su acqua (più 20,4%) e su aria (15,4%). Aumenta il prezzo delle forniture d’acqua (9,8%). Per il resto spiccano carburanti (più 7,1%) e vegetali (5,5%). I cali più consistent­i, oltre all’istruzione universita­ria (meno 12,1% in un anno) si vedono negli apparecchi di riproduzio­ne di suoni e immagini come stereo e lettori dvd (meno 11,2%), animali domestici e prodotti correlati (meno 10%), telefoni (meno 7,2%). Ma soffrono anche prodotti di più largo consumo come birre (meno 2,6%) e biciclette (meno 2,5%). In generale, il carrello della spesa dei bolognesi si alleggeris­ce per quanto riguarda pane e cereali (meno 0,4%), carni (meno 0,6%) e bevande (meno 0,5%) mentre, oltre che per i vegetali, aumenta la spesa per la frutta (più 3,3%), il pesce (più 1,9%), latte e uova (più 1,6%).

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