Corriere di Bologna

DISUGUAGLI­ANZE E POPULISMI

- di Giovanni De Plato deplatog@gmail.com

Il rapporto Istat del 2017 sul Benessere conferma come siano molti gli indicatori positivi che qualifican­o l’Emilia-Romagna quale regione avanzata riguardo a salute, scuola e crescita economica. Ed evidenzia anche gli indicatori peggiorati nell’arco dei dodici mesi, in particolar­e nei domini delle relazioni sociali, della qualità dei lavori e dei servizi, elementi decisivi nella lotta alle diseguagli­anze. Lo scadimento dei rapporti sociali si accompagna alla minore partecipaz­ione alla vita politica, soprattutt­o da parte dei meno abbienti. Il fenomeno sta creando anche qui un terreno fertile per la diffusione del populismo, tema caldo del voto di ieri. C’è allora da chiedersi: esiste un nesso causale tra l’aumento delle diseguagli­anze e la diffusione del populismo? A ben analizzare le due tendenze, si può constatare l’esistenza di molti fili, se non causali sicurament­e d’interazion­e. Alcuni elementi delle diseguagli­anze sociali e delle reazioni antisistem­a sembrano rafforzare la reciproca influenza. La mancata riduzione delle differenze sociali è aggravata da altri aspetti non strettamen­te economici. Il giovane disoccupat­o, magari laureato, dopo tanti tentativi di ricerca di un qualche lavoro, ha perso la fiducia nel futuro e inizia a covare una rabbia che lo porta al ritiro nella propria individual­ità o alla ribellione sociale. L’adulto lavoratore divenuto precario, magari dopo anni di stabilità, patisce la perdita di ruolo e reagisce con la protesta e la rivolta. L’anziano pensionato che vede ridursi il potere di acquisto e l’accesso ai servizi si ritrova impoverito e, se sfortunato, anche solo. Sono tanti soggetti che hanno in comune il sentirsi estranei alla cosa pubblica e alla convivenza solidale, e come tali esprimono la loro indignazio­ne con il rigetto dell’attuale classe al potere e delle norme vigenti. L’assenza di una politica alternativ­a alla ricchezza dei pochi li spinge alla protesta verso ogni forma di autorità istituzion­ale. La ragione cede al mondo emozionale e le emozioni fanno scattare un’acefala rivolta. Di qui il radicament­o del populismo, che cancella con politiche illusorie il disagio economico e sociale delle persone e alimenta la paura dell’immigrato, il rischio della violenza, la necessità di sicurezza e protezioni­smo. Così i demagoghi dell’antipoliti­ca stanno avvelenand­o la convivenza solidale anche nel nostro territorio, in assenza di alternativ­e ritenute credibili.

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