DISUGUAGLIANZE E POPULISMI
Il rapporto Istat del 2017 sul Benessere conferma come siano molti gli indicatori positivi che qualificano l’Emilia-Romagna quale regione avanzata riguardo a salute, scuola e crescita economica. Ed evidenzia anche gli indicatori peggiorati nell’arco dei dodici mesi, in particolare nei domini delle relazioni sociali, della qualità dei lavori e dei servizi, elementi decisivi nella lotta alle diseguaglianze. Lo scadimento dei rapporti sociali si accompagna alla minore partecipazione alla vita politica, soprattutto da parte dei meno abbienti. Il fenomeno sta creando anche qui un terreno fertile per la diffusione del populismo, tema caldo del voto di ieri. C’è allora da chiedersi: esiste un nesso causale tra l’aumento delle diseguaglianze e la diffusione del populismo? A ben analizzare le due tendenze, si può constatare l’esistenza di molti fili, se non causali sicuramente d’interazione. Alcuni elementi delle diseguaglianze sociali e delle reazioni antisistema sembrano rafforzare la reciproca influenza. La mancata riduzione delle differenze sociali è aggravata da altri aspetti non strettamente economici. Il giovane disoccupato, magari laureato, dopo tanti tentativi di ricerca di un qualche lavoro, ha perso la fiducia nel futuro e inizia a covare una rabbia che lo porta al ritiro nella propria individualità o alla ribellione sociale. L’adulto lavoratore divenuto precario, magari dopo anni di stabilità, patisce la perdita di ruolo e reagisce con la protesta e la rivolta. L’anziano pensionato che vede ridursi il potere di acquisto e l’accesso ai servizi si ritrova impoverito e, se sfortunato, anche solo. Sono tanti soggetti che hanno in comune il sentirsi estranei alla cosa pubblica e alla convivenza solidale, e come tali esprimono la loro indignazione con il rigetto dell’attuale classe al potere e delle norme vigenti. L’assenza di una politica alternativa alla ricchezza dei pochi li spinge alla protesta verso ogni forma di autorità istituzionale. La ragione cede al mondo emozionale e le emozioni fanno scattare un’acefala rivolta. Di qui il radicamento del populismo, che cancella con politiche illusorie il disagio economico e sociale delle persone e alimenta la paura dell’immigrato, il rischio della violenza, la necessità di sicurezza e protezionismo. Così i demagoghi dell’antipolitica stanno avvelenando la convivenza solidale anche nel nostro territorio, in assenza di alternative ritenute credibili.