Bologna, tirar non nuoce E fa bene alla classifica
Per finalizzazioni nello specchio, la squadra ora è in zona retrocessione
La partita di sabato a Ferrara, al di là del surreale errore finale di Destro praticamente dentro la porta della Spal, ha fatto registrare un record negativo per il Bologna: per la prima volta in questa stagione la squadra di Roberto Donadoni ha chiuso la partita senza lo straccio di un tiro nello specchio della porta avversaria. La casella dei tiri in porta segna un malinconico «0», che spodesta quello che fino a sabato era il record negativo della stagione: due soli tiri nello specchio, racimolati al Dall’Ara contro il Napoli e in trasferta sul campo dell’Atalanta, proprio la prossima avversaria rossoblù. Sull’analisi del dato e della partita ovviamente bisogna tenere conto dell’espulsione di Gonzalez, che dopo undici minuti ha costretto il Bologna a giocare in inferiorità numerica per il resto della gara, ma il segnale non va comunque sottovalutato: quella sul terreno pesante dello stadio Mazza è solo la sesta partita di campionato su ventisette totali che i rossoblù chiudono senza reti (l’ultima, prima di sabato, fu Torino-Bologna 3-0: anche in quel caso l’approccio mentale alla gara fu disastroso) ma le statistiche generali dell’attacco rimangono abbastanza carenti. In particolare, dopo la partita di Ferrara il Bologna è tornato in «zona retrocessione» alla voce tiri in porta totali: 217 tiri totali e diciottesimo posto, scavalcati proprio dalla Spal (salita a 218 dopo l’11-5 di sabato) con Cagliari, 204, e Verona, 187, uniche a fare peggio. La squadra di Donadoni tira poco ma se non altro è particolarmente precisa, visti i 130 tiri nello specchio contro gli 87 finiti fuori: un numero che sottolinea però anche la poca intraprendenza del Bologna, che spesso non azzarda conclusioni complicate.
Donadoni lo ha sottolineato a più riprese («preferisco qualcuno che rischia e sbaglia, rispetto a chi non ci prova»), eppure quelli che nel basket si chiamerebbero tiri a bassa percentuale latitano: raramente i rossoblù cercano la conclusione dalla distanza, a volte provano un passaggio di troppo in posizione favorevole e limitatamente alla sconfitta di Ferrara è rimasta negli occhi di molti quell’esitazione di Di Francesco nei primissimi minuti, quando invece di calciare al volo su un cross di Verdi ha stoppato il pallone perdendo poi un tempo di gioco. In generale, anche se il Bologna risulta il 12° attacco con 33 gol e ha certamente più problemi in difesa che in avanti, le statistiche raccontano di una squadra che al di là delle buone individualità offensive crea abbastanza poco: terz’ultimo posto di squadra in serie A per gli assist con 54 (pari merito col Sassuolo, solo Chievo e Verona ne hanno meno), e ultimissimo posto per quanto riguarda sia i cross tentati (241) che quelli utili (122, con Torino e Verona penultime a 145).
Ora il calendario propone al Bologna tre partite complicate, contro le avversarie che generalmente hanno portato pochi punti e tante delusioni — Atalanta, Lazio e Roma: all’andata fu un tris di sconfitte — e per i rossoblù sarà l’occasione per riscattare uno 0 che ha qualche alibi, ma anche basi tecniche già evidenziate in altre uscite.