Inglese, corsi di inclusione e focus sul disagio giovanile L’Erasmus lo fanno i prof
C’è chi andrà a imparare l’inglese, chi a osservare come si fa inclusione della disabilità in altri contesti, chi farà corsi sul recupero del disagio giovanile. Le mete: Irlanda, Finlandia, Spagna, Francia solo per citarne alcune. L’Erasmus per bidelli, personale tecnico e docenti l’ha pensato l’istituto Salvemini di Casalecchio di Reno per dare una marcia in più a tutte le componenti della scuola e per metterle a confronto con gli istituti di altri Paesi in Europa. È la prima volta che il personale della scuola prende il volo per andare a «studiare» altrove, ma il dirigente Carlo Braga, dopo aver fatto un bando interno, ha deciso di privarsi temporaneamente (e ovviamente a scaglioni) di una ventina tra professori, collaboratori e tecnici tra quest’anno e l’anno prossimo «per avere del personale scolastico con una professionalità più alta a tutti i livelli». Questa esperienza, spiegano dall’istituto di Casalecchio, «rientra nell’opportunità di mobilità per l’apprendimento offerta dal progetto Erasmus Plus NesforNec (Nuove scuole per nuove sfide) approvato e finanziato dall’Unione Europea e si inserisce nel progetto più ampio della formazione permanente di tutto il personale. La partecipazione di 20 tra i membri del personale dell’istituto evidenzia che questa iniziativa riflette un bisogno reale della scuola di confronto europeo anche per scoprire nuovi strumenti al fine di affrontare al meglio le sfide molteplici di un prossimo futuro». Mentre i docenti e i collaboratori saranno all’estero a fare il loro Erasmus, i ragazzi frequenteranno regolarmente le lezioni, perché le esigenze saranno coperte dal personale interno con una rimodulazione dell’orario e con l’utilizzo dell’organico potenziato. Insomma, tutto sotto controllo anche per chi resterà a scuola. «L’obiettivo — dice il dirigente Carlo Braga — è quello di offrire una risposta innovativa ai bisogni emersi dal piano di miglioramento dell’istituto, favorendo la formazione del personale in una dimensione sempre più europea e acquisendo buone pratiche didattiche e amministrative grazie a un confronto internazionale».