Il sistema coop cresce del 5,2%
Il bilancio del triennio 2014-16: «Ma è un quadro a tinte chiaroscure»
Bene sociale, cibo e supermercati, male coop di produzione e lavoro. Il triennio 2014-2016, per le aderenti a Legacoop Emilia-Romagna, si riassume così. Con una crescita complessiva nel valore della produzione del 5,2%, ma con un quadro, lo definisce lo stesso Mauro Lusetti, a «tinte chiaroscure». Anche nel 2017, dove ci sono stati «segnali positivi su occupazione, volume d’affari e ripresa di redditività per tante imprese, ma — ammonisce il presidente di Legacoop — si tratta di una media. Dentro ci sono situazioni, settori e territori che questa ripresa generale dell’economia l’hanno intercettata e altri che continuano a soffrire». A fine 2016 le aderenti a Legacoop EmiliaRomagna erano 920 e gli occupati 178.000. Bene la cooperazione sociale (+10,3%), l’agroalimentare (+9,2%) e il comparto della distribuzione (consumo +7,8% e cooperazione fra dettaglianti +7,1%). Mentre le costruzioni fanno virare in negativo l’andamento delle coop di produzione e lavoro (meno 2,1%). Difficoltà le nota anche il presidente di Alleanza 3.0, Adriano Turrini: «Basta guardare il trend delle vendite nei primi due mesi di quest’anno, una mattina spero che mi svegli e cambi». E per Turrini un motivo, se i consumi soffrono, c’è: «Abbiamo creato il Paese dei diseguali, mentre eravamo nati proprio per rispondere a questi problemi». Insomma, c’è un invito a recuperare i valori cooperativi. Su Fico, a pochi mesi dall’avvertimento a lavorare sul collegamento con la città, apre all’ottimismo: «Sta andando bene e gli auguro di andare ancora meglio, la connessione in buona parte c’è». Stefano Bonaccini invece pungola le coop sull’export: «Secondo me la cooperazione è un po’ in ritardo». E chiede impegno sulla Cispadana: «O il sistema imprenditoriale decide che quella è una priorità davvero e deve andare fino in fondo, oppure io davvero non so piu’ a che santo votarmi».