Un’occhiata, i coltelli Arrestati tre diciottenni Il gip: privi di scrupoli
Gli aggressori di Salaborsa accusati di tentato omicidio. Il gip: «Privi di scrupoli»
Sono stati arrestati dalla Squadra mobile i tre aggressori che domenica scorsa hanno accoltellato due minorenni albanesi davanti alla Salaborsa. Sono tre ragazzi albanesi appena maggiorenni. Avrebbero già ammesso in parte le loro responsabilità, confermando che le coltellate sarebbero seguite a un’occhiata di troppo.
Il gip ha disposto la custodia in carcere: «Personalità inquietanti, privi di qualsiasi scrupolo nonostante la giovane età». Uno dei tre è stato fermato a Malpensa mentre cercava di prendere un aereo.
Hanno tentato di scappare, ma troppe persone domenica pomeriggio li avevano visti accoltellare due minorenni davanti alla Salaborsa. Gli agenti della Squadra mobile di Bologna nel giro di pochi giorni hanno chiuso il cerchio intorno ai tre ragazzi, tutti albanesi appena 18enni, responsabili di aver ferito gravemente due connazionali di 16 e 17 anni domenica pomeriggio, in una piazza Nettuno gremita di gente.
I tre, accusati di tentato omicidio in concorso aggravato dai futili motivi e di porto abusivo di arma da taglio, sono stati arrestati tra lunedì e giovedì e ieri sono comparsi davanti al gip per la convalida del fermo. Il giudice Domenico Panza ha disposto la custodia cautelare in carcere per Klevjan Musaku e Xhoni Cani, arrestati a Bologna. Mentre il terzo presunto aggressore, Klodian Mhilli, si trova in carcere a Busto Arsizio: è stato fermato lunedì sera all’aeroporto di Malpensa mentre tentava di imbarcarsi su un volo per Tirana.
Oltre al pericolo di fuga per almeno due di loro che stavano meditando di fuggire dall’Italia, il gip ha sottolineato la «inquietante personalità» dei ragazzi, la «radicale mancanza di scrupoli nell’attentare alla vita umana» e l’assenza della «benché minima capacità di controllare istinti brutalmente violenti», il che rende probabile la reiterazione del reato. Nonostante la giovane età, infatti, i tre ragazzi sarebbero già tre sgherri, che girano armati di coltello a serramanico e che le intercettazioni hanno rivelato lontani da qualsiasi ombra di pentimento.
A inchiodarli sono state le descrizioni delle vittime e degli altri amici che erano con loro, ma anche le intercettazioni. Sono tutti ragazzi albanesi arrivati in Italia da minorenni non accompagnati e passati dalle comunità di accoglienza: per questo vittime e aggressori si conoscevano di vista e non è stato difficile rintracciare questi ultimi anche grazie a Facebook. Secondo quanto raccontato dai minorenni aggrediti, il 16enne verso le 6 di domenica entrando in Salaborsa ha incrociato i tre maggiorenni, uno dei quali gli ha chiesto con tono aggressivo «cos’hai da guardare?». Tornato fuori e riunitosi agli amici, è stato raggiunto dai tre che hanno insistito con la storia dell’occhiata di troppo. A una sua risposta, Mhilli gli avrebbe tirato un ceffone. I minorenni si sarebbero difesi dall’aggressione e a quel punto sono spuntati i coltelli. Due almeno, di cui uno a serramanico. Il primo a essere colpito è stato il 17enne, intervenuto in aiuto dell’amico: un fendente all’addome gli ha lacerato il fegato e avrebbe potuto avere conseguenze letali se non fosse stato subito soccorso. A quel punto il 16enne sarebbe stato afferrato da dietro e tenuto fermo con un braccio intorno al collo, colpito da uno dei tre dietro la schiena, rimediando una profonda lacerazione del rene destro, con una prognosi di 30 giorni.
Il gip, nel disporre il carcere per Musaku e Cani, scrive che «le modalità del fatto», le «condotte gravemente lesive idonee addirittura a cagionare la morte» sono «rivelatrici di una sconcertante assenza di remore nell’impiego della violenza più brutale per dirimere questioni prive di senso, per mera affermazione personale, da parte di persone che girano armate di coltello», ragazzi «dalla spiccata propensione a delinquere, tanto più allarmante se si considera la giovane età». Sussiste per il gip «il concreto pericolo che commettano altri delitti della medesima specie». I due 18enni arrestati a Bologna sono difesi d’ufficio dagli avvocati Lucio Strazziari e Cosimo Antonio Rina.