VITA DA BAND ELIO E LE STORIE TESE
Europa Cinema Kinodromo presenta domani sera «Ritmo sbilenco», docufilm che segue il gruppo milanese e i singoli componenti nella loro quotidianità o al lavoro in sala prove. L’appuntamento è un omaggio al rock demenziale preceduto al Loft dal concerto de
Non vuol certo essere un omaggio postumo, anche se Elio e le Storie Tese dopo Sanremo e il tour d’addio tra aprile e giugno chiuderanno, forse, la loro avventura iniziata nel lontano 1980.
Piuttosto, la proposta di Kinodromo per domani sera alle 21.15 all’Europa Cinema di via Pietralata, con la proiezione
del docufilm Ritmo sbilenco Un filmino su Elio e le Storie
Tese, si presenta come una grande celebrazione di quel rock demenziale che ha forti radici bolognesi. A dimostrarlo l’antipasto delle 19, al Loft di via San Rocco 16, quando sarà ospite la band French Kiss & Aloha Beach con Stefano «Sbarbo» Cavedoni, ex Skiantos, direttore artistico del progetto «Lardo ai Giovani - Onda d’urto demenziale» e cantante dei ReeCoover - Skiantos ke Fan Cover di Sé Stessi. A seguire i 73 minuti che vanno ben aldilà della vita di palcoscenico, tra ironia, giochi di parole e paradossi, alternando momenti di quotidianità e prove per un concerto. Non certo un reportage musicale o il ritratto filologico di una band emersa tra passaparola e bootleg in storici locali milanesi. Il progetto, supervisionato dal regista Silvio Soldini e dal montatore Paolo Cottignola, nei propositi di Elio doveva diventare l’equivalente dei filmini in Super 8 di un tempo. L’idea del documentarista Mattia Colombo, che ha coordinato 11 giovani filmaker provenienti da un laboratorio organizzato dallo Ied di Milano che per sei mesi hanno tallonato da vicino gli Elii, era quella di mostrare il lavoro di tutti i giorni di Elio, Faso, Cesareo, Rocco Tanica, Meyer e Jantoman. Nel privato c’è chi insegna baseball ai ragazzi, chi insegna batteria o porta i figli a nuoto, ma quando gli Elii si riuniscono viene fuori la loro abilità di musicisti di prim’ordine, la goliardia feroce e il tempo passato in sala prove, tempio della serietà sbilenca del gruppo milanese.