Corriere di Bologna

CARO JOEY, SI CAMBIA?

- di Claudio Beneforti

Cominciamo dai segreti di Pulcinella. Tra questo Bologna e l’Atalanta, intese come società, c’è il giorno e la notte in competenza e capacità di fare calcio. E la stessa differenza c’è tra Donadoni e Gasperini. Che fa diventare tutti giocatori veri, sia giovani sia meno giovani, e soprattutt­o costruisce squadre di calcio organizzat­e, concrete e aggressive. Certo, probabilme­nte l’Atalanta ha anche alcuni giocatori più forti del Bologna, ma crediamo che tanto dipenda proprio dal lavoro quotidiano dell’allenatore. Poi avevamo un sospetto, e non solo dopo l’infortunio capitato a Orsolini, ossia che l’Atalanta lavorasse più del Bologna: ora è sicuro, lavora di più e soprattutt­o meglio. Perché nell’ultima mezz’ora ha corso a mille all’ora di fronte a un Bologna ormai sempre più sulle gambe. Eppure l’Atalanta ha alle spalle tre competizio­ni, mentre il Bologna solo il campionato. E nonostante ciò i problemi muscolari sono stati infiniti. Altroché gruppo di lavoro importante, strumenti e macchinari che annusano i problemi: qua è tutto da rivedere, se non da rifare. Joey Saputo ha di nuovo visto dalla tribuna d’onore questo pianto e ascoltato di nuovo gli inevitabil­i fischi dei tifosi: al di là di quello che mettono in piazza i suoi trombettie­ri, vogliamo sperare che non sia contento. Tra l’altro alla luce dei tanti milioni che ha investito. E allora, invece di confermare tutti, se vuole che il Bologna diventi almeno l’Atalanta cominci a cambiare qualche testa. Fare piazza pulita forse è troppo, ma una non basta.

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