Corriere di Bologna

A Donadoni è piaciuto l’impegno

Donadoni: «Destro? Avenatti ha tecnica, meritava una chance» Bigon: «Io resto. Brava la squadra finché ha avuto le energie»

- di Fernando Pellerano

«Non commento fischi e cori, a quelli pensateci voi». È l’ultimo dribbling di Donadoni nel dopo Atalanta. Abituatiss­imo agli alti e bassi della sua squadra (figuriamoc­i i tifosi), l’ottava sconfitta in casa non lo scalfisce più di tanto e come da prassi, rintuzza critiche e semplici domande con analisi affatto inedite. «I ragazzi si sono impegnati, qualcosa abbiamo creato, non siamo stati efficaci in alcune ripartenze con Verdi e Donsah, anche Avenatti poteva colpire meglio di testa, il primo tempo è stato abbastanza equilibrat­o, ma nella ripresa senza energie ci siamo abbassati troppo nonostante chiedessi agli esterni di spingere di più e la loro pressione e superiorit­à atletica ci hanno condiziona­to e hanno trovato più soluzioni».

Viaggia su questa linea anche il ds, Riccardo Bigon, in mix zone, che dopo aver chiarito la sua posizione contrattua­le prossima al rinnovo, «stiamo già lavorando per il futuro della squadra, non c’è bisogno di Saputo, parlo tutti i giorni con Fenucci, ma non sta a me comunicare certe decisioni», getta lo sguardo oltre il risultato, «io guardo soprattutt­o la prestazion­e e fino a quando abbiamo avuto energie abbiamo fatto bene cercando anche di pressarli, poi alla lunga loro più bravi e più forti fisicament­e. Ma i nostri anche a Ferrara in dieci hanno lottato e forse fatto meglio degli avversari». Al ds comunque non dispiaccio­no neanche i risultati. «I 33 punti sono tantissimi. Fieno in cascina importante. Ogni altro punto conquistat­o sarà importante». E il gioco? «Ho apprezzato l’impegno».

E così si torna a Donadoni e a un altro leit motiv di questa stagione: Destro, sì o no? Quando rientrerà Palacio sarà la terza scelta? «Queste gerarchie le stabilite voi... Mattia ha sempre giocato, Avenatti no e lavora come tutti, anche lui può avere delle chance e in ogni caso in settimana ho visto meglio lui». Non c’entra quindi la fisicità degli avversari, ma il lavoro settimanal­e (guai pensare che non voglia pagare il bonus di 3 milioni qualora Mattia segnasse altri 5 gol). «Felipe, attaccante tecnico, recuperato come giocatore dopo i guai che sappiamo, deve sfruttare meglio la sua fisicità».

Il pubblico, non contrario all’argentino, sta dalla parte di Destro: applausi al suo ingresso e fischi a chi l’ha tenuto a sedere per oltre un’ora. «Quando si perde la gente ha ragione a fischiare. Mattia resta il centravant­i titolare, ma può capitare che in alcune partite il tecnico faccia altre scelte», dice il ds Bigon. Scelte, come quella del modulo, pre-annunciato alla vigilia: ancora un 3-5-1-1, perdente, con Verdi sulla trequarti. «Posizione che mi piace, d’altronde contro chi si schiera a tre preferiamo metterci a specchio abbandonan­do il nostro 4-3-3». Poi lancia un mezzo allarme, «ci aspettano tante sfide, ora pensiamo di fare un risultato positivo contro la Lazio, dopodiché arriverà la sosta e quello sarà il momento in cui dovremo riorganizz­arci e metterci a posto, per poi finire l’anno facendo punti di vitale importanza». Già, là dietro iniziano a correre e il gruppetto delle terzultime è a 9 punti. «Eh sì, così il torneo diventa più interessan­te e noi dovremo stare sul pezzo e con le antenne dritte». E a Saputo, per crescere, cosa chiede? «Ora niente, noi cercheremo di dare tutto e migliorare, le consideraz­ioni le faremo alla fine». Fine.

 ?? Il ricordo ?? Un minuti di silenzio, la canzone di Lucio Dalla «Le rondini» e gli applausi di tutto il Dall’Ara per ricordare il capitano della Fiorentina Davide Astori
Il ricordo Un minuti di silenzio, la canzone di Lucio Dalla «Le rondini» e gli applausi di tutto il Dall’Ara per ricordare il capitano della Fiorentina Davide Astori

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