A Donadoni è piaciuto l’impegno
Donadoni: «Destro? Avenatti ha tecnica, meritava una chance» Bigon: «Io resto. Brava la squadra finché ha avuto le energie»
«Non commento fischi e cori, a quelli pensateci voi». È l’ultimo dribbling di Donadoni nel dopo Atalanta. Abituatissimo agli alti e bassi della sua squadra (figuriamoci i tifosi), l’ottava sconfitta in casa non lo scalfisce più di tanto e come da prassi, rintuzza critiche e semplici domande con analisi affatto inedite. «I ragazzi si sono impegnati, qualcosa abbiamo creato, non siamo stati efficaci in alcune ripartenze con Verdi e Donsah, anche Avenatti poteva colpire meglio di testa, il primo tempo è stato abbastanza equilibrato, ma nella ripresa senza energie ci siamo abbassati troppo nonostante chiedessi agli esterni di spingere di più e la loro pressione e superiorità atletica ci hanno condizionato e hanno trovato più soluzioni».
Viaggia su questa linea anche il ds, Riccardo Bigon, in mix zone, che dopo aver chiarito la sua posizione contrattuale prossima al rinnovo, «stiamo già lavorando per il futuro della squadra, non c’è bisogno di Saputo, parlo tutti i giorni con Fenucci, ma non sta a me comunicare certe decisioni», getta lo sguardo oltre il risultato, «io guardo soprattutto la prestazione e fino a quando abbiamo avuto energie abbiamo fatto bene cercando anche di pressarli, poi alla lunga loro più bravi e più forti fisicamente. Ma i nostri anche a Ferrara in dieci hanno lottato e forse fatto meglio degli avversari». Al ds comunque non dispiacciono neanche i risultati. «I 33 punti sono tantissimi. Fieno in cascina importante. Ogni altro punto conquistato sarà importante». E il gioco? «Ho apprezzato l’impegno».
E così si torna a Donadoni e a un altro leit motiv di questa stagione: Destro, sì o no? Quando rientrerà Palacio sarà la terza scelta? «Queste gerarchie le stabilite voi... Mattia ha sempre giocato, Avenatti no e lavora come tutti, anche lui può avere delle chance e in ogni caso in settimana ho visto meglio lui». Non c’entra quindi la fisicità degli avversari, ma il lavoro settimanale (guai pensare che non voglia pagare il bonus di 3 milioni qualora Mattia segnasse altri 5 gol). «Felipe, attaccante tecnico, recuperato come giocatore dopo i guai che sappiamo, deve sfruttare meglio la sua fisicità».
Il pubblico, non contrario all’argentino, sta dalla parte di Destro: applausi al suo ingresso e fischi a chi l’ha tenuto a sedere per oltre un’ora. «Quando si perde la gente ha ragione a fischiare. Mattia resta il centravanti titolare, ma può capitare che in alcune partite il tecnico faccia altre scelte», dice il ds Bigon. Scelte, come quella del modulo, pre-annunciato alla vigilia: ancora un 3-5-1-1, perdente, con Verdi sulla trequarti. «Posizione che mi piace, d’altronde contro chi si schiera a tre preferiamo metterci a specchio abbandonando il nostro 4-3-3». Poi lancia un mezzo allarme, «ci aspettano tante sfide, ora pensiamo di fare un risultato positivo contro la Lazio, dopodiché arriverà la sosta e quello sarà il momento in cui dovremo riorganizzarci e metterci a posto, per poi finire l’anno facendo punti di vitale importanza». Già, là dietro iniziano a correre e il gruppetto delle terzultime è a 9 punti. «Eh sì, così il torneo diventa più interessante e noi dovremo stare sul pezzo e con le antenne dritte». E a Saputo, per crescere, cosa chiede? «Ora niente, noi cercheremo di dare tutto e migliorare, le considerazioni le faremo alla fine». Fine.