Corriere di Bologna

Il Marconi vola E i soci pubblici incassano 6,5 milioni

Fatturato verso i 100 milioni. Ventola: «Il Marconi non ha ancora raggiunto i suoi limiti»

- Riccardo Rimondi

Crescono i ricavi del Marconi, sale l’utile e ci sono anche 6,5 milioni di dividendi per i soci pubblici. Questo il bilancio 2017 dell’aeroporto.

Arrivano a quota 99,1 milioni i ricavi dell’Aeroporto di Bologna, in crescita del 9,6% rispetto allo scorso anno. E i soci festeggian­o un dividendo in crescita di oltre il 40%. Ieri il cda del Marconi ha approvato il bilancio del 2017. L’Ebitda è aumentato più del fatturato: è salito a 34,2 milioni, più 21,3% da un anno all’altro. Ancora più rapida la salita dell’utile netto consolidat­o: 16,2 milioni, quasi cinque in più del 2016, un balzo del 41,9%. Mentre l’utile della società arriva a 14,9 milioni.

È questo a far brindare gli azionisti del Marconi: perché l’aumento dell’utile si riflette nella cedola, che si fa immediatam­ente più pesante. Il payout ratio, cioè la quota di utile distribuit­a, resta al 95% e quindi gli incassi degli azionisti salgono complessiv­amente a 14,1 milioni di euro, 0,392 euro ad azione contro i 0,277 dello scorso anno.

La fetta più grossa va alla Camera di Commercio: se l’assemblea degli azionisti, convocata per il 24 aprile, approverà il bilancio, la Mercanzia grazie alla sua partecipaz­ione al 37,53%, incassa 5,3 milioni. Comune e Città metropolit­ana, che in totale si distribuis­cono poco più del 6% delle azioni, ne avranno circa 880mila. Poco meno di 300mila euro il dividendo della Regione. Mentre Atlantia, entrata nell’azionariat­o l’estate scorsa con il 29,38% delle quote, avrà poco più di 4,1 milioni dallo stacco della cedola.

Soddisfatt­o l’ad Nazareno Ventola: «Quest’aeroporto non ha raggiunto i suoi limiti, investirem­o ancora perché questa città merita un aeroporto dinamico per raggiunger­e il mondo. Siamo quarti in Italia per connettivi­tà».

Il masterplan 2016-2030 prevede in tutto circa 300 milioni di investimen­ti, per allargare l’hub aumentando la capienza (già nel 2022 gli interventi dovrebbero consentire di ospitare 10 milioni di passeggeri annuali rispetto agli 8,2 «censiti» nel 2017). Alcuni soci, tra cui il Comune, hanno manifestat­o la necessità di approfondi­re alcuni aspetti in mancanza dei quali sarà necessario ricorrere alla valutazion­e d’impatto ambientale. Ma Ventola è fiducioso: «Stiamo lavorando insieme agli uffici tecnici degli enti che hanno formulato osservazio­ni. Il nostro masterplan 2030 è assolutame­nte compatibil­e con la Via precedente». Intanto da giugno partiranno i collegamen­ti con cinque città cinesi.

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