Modifiche a 5 regolamenti «Niente sale e merce ritirata»
Per avere una sala comunale, uno spazio pubblico o poter stringere dei patti di collaborazione con Palazzo d’Accursio bisognerà autocertificare di non ispirarsi all’ideologia fascista e di non promuovere idee discriminatorie. Nuove norme anche contro i gadget che fanno riferimento a Benito Mussolini e al Ventennio: le riproduzioni fabbricate negli anni successivi alla caduta del regime sono banditi da mercati e fiere. Sono questi i contenuti della delibera di giunta che vuole limitare la diffusione di associazioni e partiti di estrema destra: un tema che ha tenuto banco durante la campagna elettorale e sul quale Palazzo d’Accursio interviene modificando ben cinque regolamenti comunali, introducendo articoli e commi per contrastare le idee neofasciste.
Il documento è stato presentato ieri durante un’accesa commissione dall’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini, dal segretario generale Roberto Finardi e dall’assessore con delega al Contrasto alle discriminazioni Susanna Zaccaria. Di fatto verrà chiesto di certificare la propria adesione ai valori antifascisti della Repubblica e chi trasgredirà le regole sarà sanzionato vedendosi negare ulteriori autorizzazioni fino a un anno, oppure facendo decadere le collaborazioni con il Comune. Per quanto riguarda i gadget fascisti non sono previste al momento multe: gli oggetti ritenuti irregolari saranno però sequestrati.
Soddisfatti Coalizione Civica e il Pd, che insieme aveva presentato un odg sul tema, al centro anche di un accordo con i sindacati. Critiche da Forza Italia (che non esclude di rivolgersi al prefetto) e Lega, che parlano di «buffonata», «presa in giro» e temono «tanti ricorsi». Secondo il leghista Umberto Bosco «il concetto di discriminatorio offre molte letture, anche alcune religioni sono discriminatorie verso altre, come si farà?». Il M5S aveva valutato di presentare un emendamento per alcune modifiche, ma successivamente ha deciso che in aula darà voto favorevole alla delibera.