Il Nettuno e le acque Storie di modernità
Apre a Santa Maria della vita la mostra sui sistemi idrici
Un’esposizione inusuale, strettamente collegata alla fine dei restauri della fontana del Nettuno, ci racconta la storia delle acque e la loro importanza nel rapporto con la città di Bologna.
Inaugura oggi la mostra «Il Nettuno: architetto delle acque». Sottotitolo: Bologna, l’acqua per la città tra Medioevo e Rinascimento (Orari: da martedì a domenica 10-19), visitabile fino al 10 giugno negli spazi di Santa Maria della Vita in via Clavature 8/10. Il percorso, ideato da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae, curato da Francesco Ceccarelli ed Emanuela Ferretti, partendo dall’acquedotto romano di Bononia e dal sistema idraulico nel Medioevo, con i suoi canali e i mulini e i numerosissimi pozzi pubblici e privati fino agli interventi rinascimentali, ci illustra una peculiarità, quella idraulica, che, spiega Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae. «evidenzia la capacità tecniche e il progresso che ponevano Bologna come città con caratteristiche speciali». Il Nettuno ci collega dunque a quel rinnovamento del centro storico nel periodo di Papa IV che tramite la costruzione di sistema di fontane pubbliche costruì il suo potere. «Se Nettuno è il Dio delle acque — ragiona Ceccarelli — a Bologna è il Dio anche delle acque artificiali e ha sovrainteso a una città che è cresciuta, si è arricchita e potenziata attraverso le sue acque nel Medioevo e Rinascimento». Ma per raccontare ciò era necessario cominciare da quell’acquedotto romano che ancora oggi, perfettamente funzionante, alimenta Bologna. La mostra, resa possibile grazie anche al dipartimento di Architettura dell’Ateneo, alle Collezioni comunali d’arte, l’Archiginnasio e altre istituzioni, è costituita da statue, bozzetti, modelli, dipinti, incisioni, materiale grafico, libri, documenti.
Colpiscono pezzi come la copia autenticata della secchia rapita in seguito alla battaglia di Zeppolino (1325) e un dipinto di Giovanni Boldini raffigurante il Nettuno. Quel Nettuno che il Giambologna creò su progetto di Tommaso Laureti, emblema non solo della città, come sottolinea Ferretti nel ricordare che « arte e idraulica erano due facce della stessa medaglia». Alla mostra sono collegate iniziative tra cui visite guidate a luoghi simbolici come l’acquedotto romano, la Chiusa di Casalecchio, la Conserva di Valverde. (info: 051/19936329, www.genusbononiae.it).