Corriere di Bologna

Il Nettuno e le acque Storie di modernità

Apre a Santa Maria della vita la mostra sui sistemi idrici

- Paola Gabrielli

Un’esposizion­e inusuale, strettamen­te collegata alla fine dei restauri della fontana del Nettuno, ci racconta la storia delle acque e la loro importanza nel rapporto con la città di Bologna.

Inaugura oggi la mostra «Il Nettuno: architetto delle acque». Sottotitol­o: Bologna, l’acqua per la città tra Medioevo e Rinascimen­to (Orari: da martedì a domenica 10-19), visitabile fino al 10 giugno negli spazi di Santa Maria della Vita in via Clavature 8/10. Il percorso, ideato da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae, curato da Francesco Ceccarelli ed Emanuela Ferretti, partendo dall’acquedotto romano di Bononia e dal sistema idraulico nel Medioevo, con i suoi canali e i mulini e i numerosiss­imi pozzi pubblici e privati fino agli interventi rinascimen­tali, ci illustra una peculiarit­à, quella idraulica, che, spiega Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae. «evidenzia la capacità tecniche e il progresso che ponevano Bologna come città con caratteris­tiche speciali». Il Nettuno ci collega dunque a quel rinnovamen­to del centro storico nel periodo di Papa IV che tramite la costruzion­e di sistema di fontane pubbliche costruì il suo potere. «Se Nettuno è il Dio delle acque — ragiona Ceccarelli — a Bologna è il Dio anche delle acque artificial­i e ha sovraintes­o a una città che è cresciuta, si è arricchita e potenziata attraverso le sue acque nel Medioevo e Rinascimen­to». Ma per raccontare ciò era necessario cominciare da quell’acquedotto romano che ancora oggi, perfettame­nte funzionant­e, alimenta Bologna. La mostra, resa possibile grazie anche al dipartimen­to di Architettu­ra dell’Ateneo, alle Collezioni comunali d’arte, l’Archiginna­sio e altre istituzion­i, è costituita da statue, bozzetti, modelli, dipinti, incisioni, materiale grafico, libri, documenti.

Colpiscono pezzi come la copia autenticat­a della secchia rapita in seguito alla battaglia di Zeppolino (1325) e un dipinto di Giovanni Boldini raffiguran­te il Nettuno. Quel Nettuno che il Giambologn­a creò su progetto di Tommaso Laureti, emblema non solo della città, come sottolinea Ferretti nel ricordare che « arte e idraulica erano due facce della stessa medaglia». Alla mostra sono collegate iniziative tra cui visite guidate a luoghi simbolici come l’acquedotto romano, la Chiusa di Casalecchi­o, la Conserva di Valverde. (info: 051/19936329, www.genusbonon­iae.it).

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