La prof che insegna usando Harry Potter
Lura Faggioli insegna matematica a Imola ed è una super fan di Harry Potter: ai suoi allievi fa il gioco del cappello parlante per aiutarli a interagire fra loro.
Lo utilizzo come metodo didattico per comprendere le dinamiche relazionali tra studenti e riesco a capire come cambiano i rapporti nella classe da un anno all’altro La festa di Salani È stata ospite e animatrice per la casa editrice per i vent’anni del primo Harry
C’era una professoressa bolognese alla festa per i 20 anni di Harry Potter. Una docente che, folgorata dal maghetto creato da J. K. Rowling, ha portato anche tra i suoi studenti alcuni insegnamenti «potteriani».
Ma partiamo dalla fine: l’amore per i libri dedicati alla magica combriccola di Harry, Hermione e Ron è valso alla professoressa Laura Faggioli, 50 anni, insegnante di matematica all’Istituto superiore Alberghetti di Imola, la partecipazione domenica scorsa alla festa della casa editrice Salani per i 20 anni dall’uscita del primo libro del maghetto («Harry Potter e la pietra filofale», 1998) alla fiera milanese «Tempo di libri».
In mezzo a più di 200 bambini e genitori, la prof ha animato parte della giornata con il gioco del cappello parlante e, una volta create le squadre, ha proposto un quiz sulla saga. «Sono rimasta stupita di fronte a un bambino che mi ha dato una definizione perfetta di Pluffa (una delle palle con cui si gioca a quidditch, ndr)», sorride Faggioli.
Con i suoi alunni tra i 14 e i 19 anni, invece, il gioco è un altro: «Qualche giono fa abbiamo fatto lo smistamento», racconta entusiasta. Per farlo Faggioli, utilizza l’espediente del cappello parlante che nella saga potteriana decide, dopo essere stato indossato, a quale Casa di Hogworts destinare i singoli allievi: Grifondoro, Serpeverde, Corvonero, Tassofrasso. Nella classe della docente, ci sono invece delle carte apposite e i ragazzi assegnano quattro virtù a ciascun compagno di banco: in base a quelle più ricorrenti, viene assegnata la casata. «Lo utilizzo come metodo didattico per comprendere le dinamiche relazionali tra studenti e riesco a capire come cambiano i rapporti nella classe da un anno all’altro — spiega Faggioli — e in più in questo modo ogni ragazzo impara a conoscere i suoi compagni».
La professoressa di matematica, da vera fan del maghetto, ha ottenuto anche una citazione tra i ringraziamenti nella nuova edizione (2018) del libro curata da Stefano Bartezzaghi, in veste di consulente.
«La mia passione per Harry Potter è nata dalla curiosità di sapere cosa leggessero i miei studenti. Ho cominciato i primi due libri nel 2002 mentre facevo la specializzazione e nel 2003, dopo essermi rotta un piede, ho letto il terzo e non ho più smesso». È in quel periodo di riposo forzato che ha cominciato anche a partecipare alle discussioni sui forum online dedicati al mago di Hogwarts, fino a fondare la «Società nazionale Harry Potter Italia».
La passione si è poi allargata al «Signore degli Anelli» di Tolkien, fino ad arrivare alle più recenti «Cronache di Narnia»: «Contengono un nucleo che fa riferimento al vissuto dell’autore, un mondo adulto che sta dietro un immaginario fantastico infantile», spiega, motivo per cui si sente di consigliare ai genitori di «leggere e guardare i film di Harry Potter insieme ai bambini al di sotto degli undici anni». Questo perché, avverte, alcune parti della storia possono «generare paure, come il libro che urla o il cane a tre teste, o ancora come quando Harry e gli altri alla ricerca della pietra filosofale cadono in un groviglio di radici». E allora, buona lettura a chi ancora non avesse scoperto Harry Potter.